Tra segreto di Stato e  diritto alla conoscenza

Deceduto all’ospedale di Belcolle (Vt) all’età di 71 anni, Carmine Schiavone, il boss pentito dei casalesi che primo fra tutti parlò della Terra dei Fuochi. A partire dalla stessa morte, molti sono gli interrogativi che sono stati posti.

Carmine Schiavone, ex boss della Camorra, era un criminale assassino ma aveva iniziato a denunciare quello che avveniva nella Terra dei Fuochi e poco prima della morte, stava portando avanti, da quanto scritto dal “Corriere della Calabria”, una collaborazione segreta con la Dda di Reggio Calabria su questioni relative ai traffici di rifiuti tossici. Dal 2001 ad oggi sono state più di una trentina le inchieste per attività criminale organizzata di traffico di rifiuti eseguite dalle procure di Napoli e Caserta. In tali traffici i clan della camorra agiscono con assoluto monopolio, vivendo sulla violenza e sulla corruzione. Uno dei punti focali, che ha segnato la vicende in tutti questi anni, resta il “segreto di stato”.

Schiavone rilasciò dichiarazioni, che in seguito daranno vita a tutte le inchieste, nel lontano 1997, relazioni rilasciate alla Commissione parlamentare d’inchiesta sugli illeciti legati al traffico dei rifiuti. I documenti del 1997 saranno desecretati solo nel 2013. Già nel 1997, Schiavone richiamò l’attenzione sul pericolo di vita di intere popolazioni del casertano e del napoletano. Lungo il litorale Domiziano, ha spiegato Schiavone, si prelevava la sabbia, tra la fine degli anni Ottanta e gli inizi degli anni Novanta, per confezionare il calcestruzzo e poi le vasche, indicati come i “laghetti”, venivano riempite di rifiuti. La domanda che in molti si pongono è sapere cosa ha impedito a tale documentazione di essere resa pubblica e per quasi vent’anni restare nel segreto degli archivi di stato. Le istituzioni hanno giustificato tali scelte per non intralciare il lavoro dei magistrati e degli investigatori. Ma tali dichiarazioni, riportate nella documentazione, erano già pubbliche e ciò rende inspiegabile il perché del “segreto” sulla documentazione. Le persone si ammalavano di tumore e contemporaneamente si faceva finta di nulla.

La problematica del segreto di stato e il diritto dei cittadini alla conoscenza è una delle priorità che ha caratterizzato la storia degli ultimi decenni della “Terra dei fuochi”. Marco Pannella e il Partito Radicale hanno centrato il vero punto focale delle attuali democrazie per contrastare la Ragion di stato con lo stato di Diritto: il diritto alla conoscenza. La codificazione del diritto umano alla conoscenza, ovvero, il diritto di conoscere in che modo e perché i governi prendano determinate decisioni legate a questioni di “sicurezza nazionale”. La codificazione di tale diritto alle Nazioni Unite attraverso una risoluzione Onu dovrebbe essere il primo passo per un diritto dei cittadini alla conoscenza. La battaglia radicale per lo stato di diritto incide con estrema forza anche sulla vita dei cittadini nella terra dei fuochi e percorre tutto ciò che ha riguardato i “segreti”, alcuni di questi portati fin nella tomba dal “tesoriere” storico dei clan casalesi: Carmine Schiavone.

 

(*) Associazione “Congresso Mondiale per la libertà della e nella cultura” (P. Radicale)

(**) Nessuno Tocchi Caino

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:28