“Liberi fino alla fine”

Si è svolto nella giornata del 19 marzo, presso il Senato della Repubblica, il convegno “Liberi fino alla fine: Il Parlamento si faccia vivo. L’urgenza di buone regole e buona informazione su testamento biologico e eutanasia” organizzato dall’associazione Luca Coscioni, soggetto costituente del Partito Radicale, e dall’associazione “A buon diritto”.

Il convegno ha visto vari gruppi di lavoro suddivisi in tematiche: “Le risposte dei medici. Tavola rotonda sulla responsabilità dei medici alla fine della vita”, “L’interruzione delle terapie e il testamento biologico”, “Le responsabilità del Parlamento”, “Eutanasia e suicidio assistito” e “L’esperienza svizzera”.

Filomena Gallo, segretaria dell’associazione Luca Coscioni, ha invitato il Parlamento a dare corpo alle proposte di iniziativa popolare, tra le quali anche quella sulla legalizzazione dell’eutanasia, ignorate dalle Camere e a far cessare l’indeterminatezza di queste iniziative che restano chiuse nei cassetti delle Camere. Ilaria Barletti Buitoni, sottosegretaria del ministero dei Beni culturali, ha ricordato la ventennale battaglia sull’eutanasia illustrando di come il diritto alla libertà di scelta sia un diritto percepito come secondario rispetto ad altri diritti, come quello al lavoro e all’istruzione. Un approccio che dovrebbe far riflettere sul livello culturale del nostro paese che ha una enorme mancanza di cultura giuridica. La giornata è stata caratterizzata da vivaci tavole rotonde di parlamentari e medici che hanno dibattuto e ragionato sull’eutanasia e il fine vita.

Lorenzo D’Avack del Comitato nazionale di Bioetica (Cnb) ha rammentato il lavoro del comitato sulle questioni di “vita morente”. Molti i documenti del comitato sulla tematica, presentati ai governi nel corso degli anni, relazioni del 1991, del 1995 e successivamente del 2005, senza dimenticare le relazioni presentate nel 2001 sulle cure palliative. Il Comitato nazionale di Bioetica, secondo il professor D’Avack, ha offerto strumenti per la predisposizione di atti legislativi, nel corso di questi anni, poiché eludere le problematiche o affrontarle con demagogia non appartiene alla cultura giuridica di una società civile. La diversificazione delle proposte di legge tiene conto di diversi approcci con il quale si guarda alla vita umana e alle scelte morali che individualmente si identificano in azioni e proposte. Il Cnb ha però condiviso alcuni aspetti essenziali dell’attuale dibattito sul fine vita come il dovere del medico nel suo rapporto con il paziente e le dichiarazioni anticipate di volontà sono una metodologia che fa vivere tale rapporto. Difficile risulterebbe trovare un quadro giuridico completo sulla tematica senza dimenticare i richiami della Cedu all’Italia nel regolamentare il corpo legislativo garantendo un ordinamento giuridico appropriato alle molte sofferenze che attanagliano i malati e i familiari.

Tra gli intervenuti anche Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Luca Coscioni e consigliere comunale radicale a Milano e Emma Bonino che tra le molte cose dette ha ribadito il problema dell’informazione pubblica e l’eutanasia.

Il servizio pubblico? Esistono dei temi che non sono notiziabili per la Rai e come tali non sono notiziabili le persone che li propongono. È facile non discutere di eutanasia, basta silenziare Mina Welby”, ha dichiarato Emma Bonino. Presenti in sala il leader radicale Marco Pannella, il deputato del Pd Giuseppe Civati; il sottosegretario del governo Ivan Scalfarotto; il senatore Luis Alberto Orellana; il senatore Luigi Manconi; Mina Welby; l’avvocato già consigliere regionale del Lazio Giuseppe Rossodivita e il direttore di Radio Radicale Alessio Falconio. Molto sentito è stato l’intervento in collegamento di Umberto Veronesi.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 14:18