L’Ajc piange la scomparsa di Toaff

L’American Jewish Committee piange la scomparsa di Elio Toaff, ex Rabbino capo di Roma.

“Era un leader religioso di grande statura morale, un pioniere del dialogo interreligioso, profondamente radicato nell’ortodossia tradizionale, e con una visione del mondo illuminata e universale”, ha detto il Rabbino David Rosen, direttore degli Affari Interreligiosi Internazionali dell’Ajc. Toaff avrebbe compiuto cent’anni tra dieci giorni.

Toaff è stato Rabbino capo di Roma per mezzo secolo, dal 1951 fino alle sue dimissioni nel 2001. Sarà ricordato a lungo per i suoi molteplici contributi all’Italia ed all’Ebraismo italiano. Durante la Seconda guerra mondiale si unì ai partigiani, rischiando la vita con coraggio combattendo i fascisti italiani e gli invasori nazisti tedeschi. Successivamente, da leader della Comunità Ebraica Romana, donò nuova unità, dignità e religiosità agli ebrei sopravvissuti alla guerra.

“Quasi 30 anni dopo, nel 1982 - ha detto Lisa Billig, rappresentante dell’Ajc in Italia e di collegamento presso la Santa Sede - il Rabbino Toaff diede un eloquente esempio di non-violenza marciando per Roma alla testa di un corteo silenzioso, in risposta ad un attacco terroristico palestinese alla Sinagoga Maggiore di Roma, dove fu ucciso un bambino di due anni, Stefano Gaj Tachè, e feriti gravemente 37 fedeli che celebravano lo Shabbat e lo Sherman Nazareth. L’attacco avvenne dopo mesi di istigazione all’odio contro Israele da parte dei media, dei sindacati e delle forze politiche italiane. Il Rabbino Toaff fece quindi una scelta esemplare: una clamorosa manifestazione silenziosa al posto delle vuote parole dei funzionari di governo”.

Il caloroso benvenuto del Rabbino capo verso Giovanni Paolo II durante la storica visita del Papa avvenuta nel 1986 alla Sinagoga di Roma, la prima visita papale della storia presso un luogo di culto ebraico dopo secoli di persecuzioni e umiliazioni, e la conseguente lunga amicizia tra il Papa e il Rabbino (ricordata nel testamento di Karol Wojtyla), segnò un nuovo inizio nei rapporti tra cattolici ed ebrei.

Elio Toaff, discendente di una distinta famiglia rabbinica, era sia un ebreo pio che un uomo capace di guidare la sua comunità verso un fecondo dialogo con il mondo circostante. Il suo nome continuerà a vivere nelle sue opere che hanno benedetto la rinascita della Comunità Ebraica Romana e sarà da esempio per tutte le generazioni future.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:27