Le grandi manovre del gruppo Berlusconi

Arcore e Villa San Martino centri di manovre economiche, televisive e sportive; non più solo politiche, l’intera galassia Fininvest è in movimento. La holding storica con cui fin dall’inizio il Cavaliere ha gestito l’impero, dalle tv (Mediaset) al calcio (Milan), dall’editoria (Mondadori) alla finanza (Mediolanum), presenta segnali di difficoltà, di crescita e di liquidità. Ha quindi bisogno di cessioni e di alleanze.

Silvio Berlusconi, la figlia Marina leader di Mondadori e che si appresta ad ereditare la leadership del gruppo, il figlio Piersilvio vicepresidente Mediaset, la figlia Barbara, Fedele Confalonieri confermato al vertice di Mediaset e amico dei tempi del liceo e dell’Università del Cavaliere, sono impegnati in complesse operazione di strategia nel mondo dell’editoria e della televisione. Gli interlocutori sono i grandi nomi della finanza internazionale, dall’australiano Rupert Murdoch al francese Vincent Bolloré (prossimo primo socio di Telecom Italia) di Vivendi, al thailandese mister Bee. Non si tratta solo di conti ma di accordi a lungo raggio. Sono al centro giochi che hanno come sfondo il futuro del mondo della comunicazione. Il timore è di restare stretti nei confini italiani.

ll ballo è iniziato con il lancio dell’Opas della consociata Ei Towers su Rai Way per il controllo o la gestione delle torri televisive pubbliche. Per Confalonieri terminata la fase “dell’inconcepibile sbarramento” tornerà in primo piano il problema di “creare un’unica grande infrastruttura italiana per la diffusione del segnale tv”. L’arrivo invece a Villa San Martino dell’ex amico-rivale Rupert, fondatore-proprietario di uno dei più vasti conglomerati economici del mondo specializzato nel settore dei mezzi di comunicazione di massa (patrimonio oltre 15 miliardi di dollari) e di Bolloré non è un fatto di ordinaria amministrazione.

Il gruppo editoriale Murdoch raggiunge circa 5 miliardi di persone (grazie a giornali come “Wall Street Journal” o tv come “Fox”) ed è diventato uno dei più importanti imprenditori del mondo nel digitale satellitare, in quello cinematografico e in altre forme di media. Nella storia della sua espansione in Italia c’è, intorno agli anni Duemila, l’amicizia con Letizia Moratti e i contatti con Berlusconi per un eventuale pacchetto del 10per cento di Mediaset. L’operazione non andò in porto ma nel 2003 dalla fusione di Stream e Tele+ nacque Sky Italia che ora con 4 milioni e 870 mila abbonati e un fatturato di poco meno di 3 miliardi di euro è diventata leader nella tv a pagamento.

L’incontro Silvio-Rupert è ripartito dalle posizioni sul mercato di Mediaset Premium e Sky e le prospettive delle trasmissioni a pagamento che stanno avendo una stasi. Sul tavolo ci sono i diritti tv del calcio e soprattutto di quelli per la Champions League dopo che l’azienda di Cologno Monzese si era assicurata, per i prossimi 3 anni, l’esclusiva su tutte le piattaforme con un investimento di 700 milioni di euro.

I movimenti strategici della famiglia Berlusconi mirano ad una ristrutturazione degli asset di proprietà che vanno da Mediaset a Mondadori (acquisto dei libri Rcs), da Mediolanum all’Associazione Calcio Milan (è un’offerta vera quella del thailandesi mister Bee Taechaubol che ha messo sul tavolo 500 milioni di euro per il 51 per cento del club rossonero valutati circa 1.200 milioni, coprendo anche i 250 milioni di debiti).

L’esborso di 700 milioni come potranno rientrare solo attraverso Mediaset Premium con l’attuale numero di abbonati? È stato un passo più lungo della gamba? Da qui la necessità di accordi di collaborazione. Con Murdoch potrebbero essere stati affrontati problemi di sub-cessione o di integrazione Sky-Premium. Per ammissione di Piersilvio gli argomenti trattati tra le due vecchie volpi del mondo imprenditoriale sono stati vari, aggiungendo “Premium non è in vendita ma resta aperta a nuovi soci di minoranza”. È stato allora Fedele Confalonieri, confidente e consigliere di sempre del Cavaliere, ad osservare “Mediaset vuol dire contenuti, informazione, editoria. E la nostra italianità è la base migliore per operare in una dimensione internazionale”.

E i colloqui con i gruppi Vivendi e Telecom? La risposta del vicepresidente è stata “i rapporti tra la nostra famiglia e quella di Murdoch sono buoni e di lunga data. Con Vivendi gli ambiti di una possibile collaborazione sono diversi, dalla pay tv ai contenuti televisivi, all’offerta Triple Play sulla banda larga. Ci sono grandi possibilità di lavorare insieme con Telecom con la quale sono in corso dialoghi e non trattative”.

Per il calcio, il Milan è per Berlusconi un argomento di gioia e dolori come per la politica. Ora è un grande fardello economico e non ci sono più le brillanti vittoriose prestazioni sportive con 8 scudetti e 5 Coppe dei Campioni in 29 anni di presidenza. Il Milan, passando la mano, potrebbe essere quotato in Borsa a piazza Affari o a Hong Kong e diventare un veicolo per lo sviluppo del calcio in Cina che aspira ad organizzare la Coppa del Mondo del 2026. Dietro il gruppo “Thai Prime” di mister Bee ci sono due colossi della finanza mondiale: Ads Securities, società legata alla famiglia reale di Abu Dhabi e allo sceicco Mansour proprietario dal 2008 del Manchester City e China Citic Bank che fa capo al governo cinese con un patrimonio di 475 miliardi di dollari. A marzo scorso il presidente Xi Jinping ha lanciato un grande progetto di sviluppo del calcio in Cina coinvolgendo circa 100 milioni di ragazzi. Il football diventerà materia obbligatoria d’insegnamento in 20 mila scuole elementari e medie. Dopo Marcello Lippi il nuovo allenatore del Guangzhou Evergrande (3 scudetti e una Coppa d’Asia) è il campione del mondo azzurro in Germania 2006 Fabio Cannavaro

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:29