Le nuove frontiere della prostituzione

La prostituzione ai tempi di Internet si è evoluta, riformulando quelli che erano i tradizionali canali di osservazione e analisi del fenomeno. Attraverso l’utilizzo dell’on-line sono mutati sia i luoghi dove viene esercitata, sia i metodi di relazione. Secondo le ultimi indagini, svolte da organizzazioni che si interessano allo studio del fenomeno, la prostituzione si esercita sempre più in casa e meno in strada. Dalle inchieste spunta fuori che il 60 per cento dell’esercizio della professione avviene nelle abitazioni private, tra le mura domestiche e il 40 per cento ha corso per le strade; significativo, invece, è l’aumento dell’esercizio attraverso l’utilizzo degli schermi di personal computer.

Attraverso siti Internet privati, pagine web finalizzate agli incontri e annunci specializzati, escort e prostitute pubblicizzano i propri servizi raggiungendo un indefinito bacino di utenza che nel corso degli ultimi anni è andato considerevolmente crescendo. Un’analisi a parte, con metodi di inchiesta differenti, merita il fenomeno delle “ragazze-cam”, che esercitano la professione della prostituzione solo nel “mondo on-line” attraverso l’utilizzo di webcam che collegano virtualmente chi produce il servizio e il consumatore. Un giro d’affari rendicontabile in milioni di euro e che solo in Italia coinvolge 18mila professioniste del settore. Dalle inchieste risalta una marcata differenziazione della clientela tra i consumatori dell’on-line e dell’off-line.

Chi utilizza l’approccio off-line presenta un livello di istruzione medio-basso ed un’elevata età anagrafica, mentre l’utilizzo dell’on-line avviene da parte di un pubblico che presenta un livello di istruzione medio-alto, caratterizzato da numerosi giovani e professionisti, che cercano incontri on-line successivamente da svolgersi nel mondo reale oppure “sesso” da praticare unicamente in maniera virtuale.

Sino al 1958 la prostituzione in Italia era legale, lo Stato cercava di assicurare il rispetto delle norme igienico-sanitarie. Con l’introduzione della Legge Merlin, da parte della nota senatrice socialista, il favoreggiamento e l’organizzazione dell’esercizio della prostituzione diviene illegale. Leonardo Monaco, tesoriere dell’associazione radicale “Certi Diritti”, sostiene che in Italia vige un approccio alla tematica che possiamo definire “abolizionista”, ovvero attorno alle persone che si prostituiscono si crea un muro che vuole indurre tali persone ad abbandonare l’esercizio.

Tale metodologia ha comportato una serie di costi sociali, in diritti, ed economici che sono divenuti oramai insostenibili. L’utilizzo di Internet genera una sorta di “caos normativo”, poiché molti di questi siti hanno sede in Paesi e nazioni dove la prostituzione è legale; presentando, quindi, una normativa differente da quella del nostro Paese, anzi, spesso in contraddizione con essa. È stato osservato che tale caos normativo e il successivo dibattito verso una chiara regolarizzazione del sistema giuridico potrebbe essere una decisiva spinta a modificare le nostre norme. Non va dimenticato che la maggior parte di questi siti, avendo sede all’estero, sono oggetto di una diversa normativa fiscale.

Il problema resta comprendere dove ha fine la prostituzione come libera scelta e dove ha inizio la tratta di esseri umani che anche nell’on-line trova florida vita. L’informazione e la conoscenza di tali fenomeni rappresentano il primo passo per il superamento delle discriminazioni e contemporaneamente permette di affrontare la tematica senza metodologie proibizioniste e autoritarie. Un modo per liberarsi di tutti i pregiudizi è l’educazione sessuale che parla di genere, lasciando che le identità sessuali sostituiscano pregiudizi e stereotipi legati al sesso. Di tali tematiche si è discusso qualche giorno fa a Radio Radicale, durante la trasmissione “Presi per il Web” alla presenza di Alessandro Longo, Leonardo Monaco, la blogger “Eretika” de “Il Fatto Quotidiano” e l’attrice hard Valentina Nappi.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:23