Guinea, Berardi rimane in carcere

Il 5 giugno scorso, in occasione del compleanno del dittatore della Guinea Equatoriale, Teodoro Obiang Mbasogo (nella foto) ha concesso l’amnistia per i detenuti. Una notizia importante se si considerano le condizioni delle carceri della Guinea Equatoriale. Tale annuncio, invece, è una bastonata per la famiglia dell’imprenditore di Latina, Roberto Berardi. Per l’imprenditore, rinchiuso da oltre due anni, l’amnistia è un miraggio lontano.

Per la terza volta, dall’ottobre del 2014, il decreto presidenziale di clemenza non lo riguarda. Berardi ha trascorso gli ultimi vent’anni svolgendo il ruolo di imprenditore in Africa Occidentale, dalla Costa D’Avorio alla Nigeria, in campo edilizio. I problemi per Berardi iniziano quando viene intrapreso un rapporto professionale con il figlio del dittatore Mbasogo, Teodorin Obiang Mangue. Teodorin risulta rincorso da un mandato internazionale di cattura per corruzione e riciclaggio, grazie proprio alle denunce dell’imprenditore di Latina. La procura distrettuale della California ha dimostrato come centinaia di migliaia di euro, provenienti dall’impresa “Elola Construcion”, i cui soci erano il figlio del presidente e l’imprenditore Berardi, fossero utilizzati fraudolentemente per i capricci della famiglia presidenziale, attraverso conti correnti americani. L’abuso della carcerazione commessa nei confronti del Berardi è una sistematica e continua violazione dei diritti umani a cui la diplomazia italiana non riesce a dare risposte concrete.

L’organizzazione non governativa “Equatorial Guinea Justice”, diretta da un cittadino della Guinea Equatoriale residente negli Stati Uniti, ha diramato un durissimo comunicato stampa nel quale denuncia le vicende legate a Roberto Berardi: “La decisione è scandalosa, le autorità della Guinea Equatoriale pur di mantenere il signor Berardi in cella non si fanno problemi a violare ulteriormente il suo diritto alla libertà personale ed alla sicurezza. Questa manipolazione dimostra chiaramente la mancanza di indipendenza del potere giudiziario. Non esiste alcuna base giuridica per la continuazione della detenzione del signor Berardi. La tortura e l’ingiusta prigionia del signor Berardi in condizioni spaventose ha gravemente compromesso la sua salute. Prolungare la detenzione di altre settimane non è solo crudele, ma persino illegale”.

Ad intervenire sulla vicenda è anche Albrieux Giacomo, Console onorario della Repubblica Ugandese in Italia dal 2011, con attività nel settore del turismo in East Africa con base a Kampala, che dichiara: “Sulla base della mia ventennale esperienza in Africa vissuta sul territorio devo constatare che è sempre più utile risolvere queste tristi esperienze e drammi umani attraverso canali diplomatici paralleli, utilizzando se possibile attori che conoscano bene i sistemi usati spesso dai regimi che calpestano i diritti umani, tanto più in circostanze come questa che va dritta al cuore del regime; i nostri diplomatici e la Farnesina sono inefficaci a trattare queste vicende in Africa perché ambasciatori e personale non vogliono grane e quando ci sono non fanno nulla per risolverle”.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:20