Umiliazione greca, disastro europeo

Il comunista Tsipras è andato in Europa con grandi idee di cambiamento e torna in Grecia con un accordo peggiore di quello contro cui si sono espressi i greci nella “trovata” nefasta del referendum indetto nel corso delle negoziazioni. Se non è questa un’umiliazione di un popolo, di un Paese e del loro governante, non si sa cosa possa esserlo.

Non creda questa Europa di averla così fatta franca. Si sta solo rimandando di poco, e a caro prezzo, precisamente al prezzo di più di 80 miliardi regalati ancora una volta alla Grecia da Ue, Fmi e Bce a nome di tutti i cittadini europei, il disastro. Tra l’altro, in Grecia stessa, l’“accordo” dovrà passare dal Parlamento e, oltre al “regalo” dei soldi, prevede anche che si facciano riforme di pensioni, dell’Iva e di un Fondo che raccolga a garanzia beni ellenici per miliardi di euro, che si vedrà se i greci vorranno. Per non parlare degli altri Paesi, precisamente del nord Europa che, pur contando in percentuale in Europa molto poco rispetto a Italia, Francia, Germania e Spagna, si esprimeranno negativamente sul “regalo”. Si pensi alla Slovacchia, che si è già detta contraria. Questa Europa “tedesca” ha i giorni contati, Grecia o non Grecia. Quanto potrà campare mettendo a tacere popolazioni contrarie alla sua costruzione così com’è? Alla sua stessa gestione? Per esistere e continuare a farlo è costretta a tappare buchi (o meglio, voragini) che si aprono qua e là con sempre maggiore efferatezza.

Persa la chance di ricontrattazione dopo il caso greco, l’Europa si avvia a mettere pezze sempre più improbabili “inventando” di sana pianta la sua stessa esistenza, che è ormai l’ombra deforme e deformata di ciò che doveva e avrebbe dovuto essere. Per l’Italia ha dovuto imbrogliare pesantemente già nel 2011, costringendo il governo eletto allora di centrodestra di Silvio Berlusconi ad andarsene, facendo arrivare lettere dalla Bce e diffondendo voci strampalate su spread, casse vuote, stipendi a rischio e default in arrivo, se non si fosse fatto come imponeva la Merkel seguita pedissequamente quanto stoltamente da Sarkozy e Napolitano per l’Italia. Si sono avuti così, commissariati obtorto collo, governo e democrazia, i governi illegittimi di sinistra (Monti, Letta e Renzi) impostici cioè dalla Troika della Ue targata Germania, Fmi e Bce e Napolitano per l’Italia. Una sostituzione illegittima e pericolosa del sistema democratico.

“L’Italia non è in vendita”, rispondeva allora Berlusconi. L’hanno presa senza pagare e oggi le si chiede di svenarsi ancora un po’ per i greci. Per questo bisogna correre ad elezioni legittime e democratiche in Italia prima che finisca la liquidità della Bce entro il 2016, di corsa. Lo stesso, mutatis mutandis, è il trattamento fatto alla Grecia, Paese povero, non certo potenza economica come il nostro, a cui si sta prolungando l’agonia. Un Paese, per federarsi in Unione politica europea, deve camminare autonomamente ed economicamente, non essere mandato avanti a forza di ricche sovvenzioni e calcioni da parte degli altri. Prima o poi qualcosa non funziona, il motore salta, il meccanismo si inceppa. Tsipras è, al pari di Renzi di sinistra, un comunistello no global che per farsi eleggere (Renzi non è stato neanche mai eletto in Italia) ha promesso mari e monti al beota popolo greco, e con un’immensa dose di idiozia è poi andato a farla vedere e sentire all’Europa. L’hanno fatto nero. Dopo il referendum con cui i greci avevano detto “no” a sacrifici e ai tagli, adesso il premier greco torna dai suoi chiedendo peggio di lacrime e sangue. Tsipras ha completamente disatteso ciò che hanno chiesto e detto i greci e si è genuflesso ai diktat tedeschi, esattamente opposti. In pratica ha promosso un referendum per poi fare, in spregio al suo esito, l’esatto contrario. Altro che rispetto delle regole democratiche! È come il Partito democratico in Italia, che prende provvedimenti rigorosissimi contro chi non rispetta le regole e poi attacca luce e gas a sbafo, non paga bolli e bollette, bara su tutti i fronti lasciando che il costo degli imbrogli cada su tutti noi. Come fanno Renzi & Company, insomma. Renzi e Tsipras sono demagoghi di sinistra (il primo nemmeno eletto) che predicano male e razzolano ancora peggio. Così come gli attuali burocrati amministratori di questa Europa i quali, pur di restare dove sono e continuare a farsi mantenere da noi, dopo avere prestato indecentemente denari a iosa senza nessuna garanzia di restituzione, adesso hanno deliberato di regalarne altri, precisamente oltre 80 miliardi di euro. Tanto pagano gli altri, e i loro stipendi sono al sicuro (sempre pagati da noi).

Qui, se non si ricontratta velocemente, va a finire molto male. La Grecia si ritroverà da capo a dodici prestissimo. Come tutti i governi di sinistra, anche quello di Tsipras baderà ancor più a fare redistribuzione sociale e socialismo reale, non certo a creare mercato e produzione. Non esiste alternativa, questa Europa è da ricontrattare.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:32