Sala preghiera,   la Lega si difende

“Comodo buttarla in caciara e vendersi mediaticamente per islamofobia o discriminazione religiosa per quella che era solo una manifestazione politica perché non venisse violata la laicità della sala in cui il Comune di Torino celebra i matrimoni”.

Tanto l’ex presidente della Regione Piemonte Roberto Cota quanto l’avvocato Mauro Anetrini, difensore dei due consiglieri leghisti, Fabrizio Ricca e Roberto Carbonero (i due che lo scorso 27 luglio avevano fatto irruzione nella sala matrimoni dove era stata allestita una sala preghiera per gli ospiti musulmani), la pensano così. E per dirla tutta rimbalzano le accuse di speculazione politica in testa al sindaco di Torino, Piero Fassino, “che mai per una delegazione islamica aveva concesso tanto onore, visto che ci sta la moschea ufficiale a meno di 200 metri dal Comune, ma che per i rappresentanti dell’industria della moda di Dubai hanno invece fatto questa eccezione politically correct”.

Come a far intendere che più di una questione religiosa, la trovata del Comune nascondesse intenti di captatio benevolentiae economica.

L’avvocato Anetrini poi spiega in maniera giuridica, dopo avere assistito martedì all’interrogatorio di garanzia dei due consiglieri leghisti, che “discriminare significa, prima di tutto, agire in contrasto con il principio di ragionevolezza”.

Ora, è il ragionamento, che discriminazione può mai rappresentare la semplice rimozione di un tappeto da preghiera allestito più per ragioni mediatiche che religiose da Fassino? Rimosso per giunta in un’ora lontana dalle cinque preghiere giornaliere dei mussulmani?

“I miei assistititi hanno agìto per salvaguardare la laicità del Comune di Torino - spiega a “L’Opinione”, Anetrini - se poi se ne vuole fare un caso estivo, si accomodino pure ma non si parli di discriminazione”.

Stesso discorso per Cota: “Non risulta che alcuna delegazione religiosa, comprese quelle islamiche, abbia mai goduto di questo privilegio da parte dell’amministrazione comunale, fa pensare che ci si sia prodigati così per questi industriali del Dubai e il sospetto è che i motivi non siano affatto religiosi ma economici”.

Salvo poi buttarla in caciara una volta che quei due pierini dei consiglieri comunali leghisti hanno rotto l’incantesimo politically correct. E come la si butta in caciara quando c’è di mezzo la Lega Nord? Gridando alla discriminazione...

 

@buffadimitri

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:24