Petizione pro-Gaza con  foto di bimba yemenita

Se uno ci va adesso sul noto sito di petizioni di Avaaz, della foto “tanata” dal progetto Dreyfus, messo su per fare “contro informazione anti anti israeliana” qualche anno orsono a cura della comunità ebraica romana, non trova più traccia. Era una figura di guano troppo evidente per lasciare l’immagine lì come se niente fosse.

E già, perché la foto, che qui vedete, che fino al 28 agosto troneggiava sull’appello a firmare contro i massacri più o meno immaginari di civili palestinesi, in specie bambini, era invece quella di una piccola yemenita morta sotto i bombardamenti dell’aviazione saudita contro i ribelli uthi circa sei mesi orsono. Ma, evidentemente, per parlare male di Israle tutto fa brodo, anche una foto di repertorio palesemente errata. Per la cronaca gli uthi sono sciiti e i sauditi sunniti, e si odiano da tempo immemorabile, pià di quanto l’Isis non dica di odiare i cristiani. E la didascalia era ancora più “sexy”, tanto per usare il linguaggio di altri falsificatori di prove (quelle sulla vera presenza di armi chimiche di Saddam in Iraq per poi potere scatenare la seconda guerra del Golfo): “È già passato un anno dall’ultima devastante guerra su Gaza, ma migliaia di bambini dormono ancora fra le macerie delle loro case”.

La denuncia di Progetto Dreyfus ha fatto sì che quelli di Avaaz cambiassero quanto meno la foto. Resta la sostanza, anche essa mistificatrice, di questo appello anti israeliano nel quale si sostiene che la colpa di Israele sarebbe “di aver limitato l’accesso di materiali edili nella Striscia”. E sarebbe per questo motivo che “a Gaza non sono ancora stati ricostruiti edifici e abitazioni”. “Ovviamente – come sottolineano gli autori della contro informazione pro Israele - nessun accenno alle migliaia di tonnellate di materiale edile che ogni giorno entrano a Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom, nessun accenno alla città di tunnel sotterranei costruita con cemento e reti elettriche dai terroristi di Hamas e nessun accenno al fatto che le responsabilità delle condizioni degli abitanti di Gaza non sono che da affibbiare all’organizzazione terroristica che governa la Striscia.

” Come a dire: “business as usual”. 

@buffadimitri

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:35