L’Intifada dei coltelli

L’Intifada dei coltelli? Come dire: suicidarsi, per fare dispetto al proprio peggior nemico. Strano che in un clima di grave ossessione per le gesta del terrorismo islamico (militarmente parlando, l’Isis è una questione da nulla, per Nato e Usa, tanto è abissale e incolmabile la superiorità dell’Occidente!) nessuno che rilevi un’altra forma, molto più subdola, di penetrazione nel mondo libero della mentalità jihadista: l’accoltellamento indiscriminato in strada di gente comune da parte di aspiranti martiri suicidi fondamentalisti. Hamas, del resto, si fa molto più vicina all’Isis che a Hezbollah, per le sue strategie genocidarie nei confronti di Israele che, dal 1948 a oggi, tiene testa a centinaia di milioni di arabi, i cui regimi ne hanno fatte vedere (e continuano a farlo) di tutti i colori al resto del mondo! Le conseguenze di questa scelta degli accoltellamenti seriali? Un ulteriore, drammatico impoverimento dell’economia della striscia di Gaza e delle Cisgiordania palestinesi.

Gli imprenditori e i commercianti israeliani, infatti tenderanno a non assumere più arabi palestinesi, dato che non pochi di questi si sono dimostrati agenti silenti del fondamentalismo, fingendo di integrarsi nella vita civile di Israele, per poi colpire a tradimento. E, molto presto, finiranno i martiri suicidi, per esaurimento del loro numero: i cittadini israeliani, infatti, girano armati e reagiscono con determinazione contro gli aggressori, neutralizzandoli o annientandoli. Stupisce, piuttosto, che Daesh non abbia sbandierato finora uno spiccato odio anti-israeliano e che non si sia minimamente azzardata a condurre azioni di commandos, infiltrandosi ai confini con il Sinai. Sarà, forse, perché i generali egiziani e israeliani non aspettano altro, per penetrare in Siria in profondità, eradicando qualsiasi presenza armata di Daesh? O perché, in fondo, il signor al-Baghdadi giudica in base al detto “Il peggior nemico del mio nemico è un mio potenziale amico”, dato che Israele è la bestia nera proprio di quell’Islam sciita contro cui, soprattutto, combatte Daesh? Mi pare che le due ipotesi stiano entrambe in piedi..

Ma che cosa sta succedendo nei cieli tormentati di Siria e Iraq? La cosa strana è che nessuno si chieda, a partire dalle dichiarazioni russe, come mai il Sukoi abbattuto non si fosse nemmeno accorto della presenza degli F-16. Questo la dice lunga, in fondo, sul fatto che Putin voglia evitare a tutti i costi un confronto armato con l’Occidente (e con Israele!): in pochissimo tempo, presumo, in caso di conflitto aperto, perderebbe in men che non si dica la copertura aerea, data la schiacciante superiorità dell’aviazione occidentale di cui sono forniti “anche” gli arsenali turchi della Nato. Come pure quelli degli Stati del Golfo produttori di petrolio. E come mai questi non si azzardano a confrontarsi con Israele, visto che la finanza wahabita foraggia alla grande il fondamentalismo di Al Qaeda e Daesh? Perché non sono scemi. Lo sanno tutti (ma nessun lo dice) che Israele possiede segretamente armi di distruzione di massa, ma molti ignorano come, in realtà, anche sulla storia degli F-16 Gerusalemme sia un passo avanti a tutti. Infatti, il Sukhoi, molto bello esteticamente, è del tutto inferiore come avionica e sistemi d’arma.

E in cielo questa circostanza è fondamentale, in quanto ti permette di colpire per primo l’avversario, senza che questi nemmeno se ne accorga. Ergo, gli F-16 israeliani sono uguali agli altri nella sigla ma non nella sostanza. Dato che, ormai, si sono raggiunto un po’ i limiti tecnici delle performance dei caccia da combattimento, quello che fa la differenza fondamentale è l’avionica. E Israele ne ha sviluppato (e continua a farlo) una tutta sua. Anche spiando i suoi grandi alleati americani. Perché, in senso opposto, lo spionaggio funziona poco: gli apparati militari e scientifici israeliani sono molto piccoli, ultraperformanti e specializzati, nonché rigidamente compartimentati, al contrario dei mastodonti Usa loro omologhi. Io spero in passo falso del Califfo di Mosul contro Israele. Ma non accadrà, vedrete...

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 15:21