L’Islam e le donne

Fare di tutta un erba un fascio è da demagoghi, oltre che da ignoranti, far finta che non è successo nulla è da falsi buonisti, cioè da ipocriti e da cretini. I fatti vanno compresi alfine di trovare soluzioni che non siano né draconiane né che sottovalutino. Le molestie a cinquecento donne e i due stupri che sono avvenuti in Germania, in particolare a Colonia, sono stati considerati inizialmente come una bravata di capodanno, o l’insieme della concausa di alcool e di un normale atteggiamento predatorio dell’uomo, che emerge grazie all’alcolismo festaiolo.

Senza esagerare credo che questo atteggiamento, casuale od organizzato, nei confronti del genere femminile sia un chiaro attacco o allarme sociale nei confronti dei valori dell’occidente e dunque sul ruolo della donna. Senza cadere nel becero femminismo di maniera, è certo che l’emancipazione della donna occidentale rappresenta l’evoluzione in senso democratico della nostra società. Nonostante le nostre contraddizioni di maschi nessuno di noi, in Occidente, pensa razionalmente che la donna sia un oggetto dei nostri piaceri o la nostra schiava personale o che abbia diritto di fargli violenza pensando che sia lecito e legale. I nostri governanti ed i nostri intellettuali dovrebbero capire, una volta per tutte, che non tutte le culture in genere sono compatibili con la propria se non avvengono processi di secolarizzazione e dunque di laicizzazione.

Si può credere a qualunque Dio se questo non collude con i diritti e le leggi del Paese ospitante. Il rispetto della donna e della persona umana sono valori per la nostra cultura irrinunciabili e dunque o si adeguano o ritornano a casa loro. Se la “destra” politica aumenta i consensi su questi temi è perché la “sinistra” non è capace a capire la differenza tra multiculturalismo ed integrazione, tra ospitalità e rispetto dovuto da colui che viene ospitato. Si confonde il multiculturalismo con la libertà di ognuno di fare come gli pare, il senso profondo del multiculturalismo si coniuga con il rispetto delle regole della cultura che ti ospita, il multiculturalismo non può essere la negazione dei diritti universali dell’essere umano.

Ma i fatti tedeschi dovrebbero aprirci gli occhi nel comprendere che quelle avvisaglie derubricate in cronaca nera, che i nostri quotidiani nascondevano per non creare un clima di xenofobia nei confronti dei clandestini (che devono essere chiamati migranti), non erano normali fatti di cronaca nera dove la perdita di lucidità, l’attimo di follia o la rabbia repressa sfociano nel delitto. No, quelle notizie non erano e non sono semplici fatti di cronaca nera ma segnali di allarme sociale e la constatazione dei seguenti punti: a) un’incapacità a gestire il fenomeno migratorio e clandestino (chi si ricorda le polemiche nel prendere le impronte digitali a chi è senza documenti e oggi la Ue ci multa per questa manchevolezza); b) il non rispetto delle nostre leggi, che da un lato è colpa nostra perché è il nostro stato a non pretenderlo ma è anche una loro scelta se penso al caso della Germania e all’organizzazione che si profila ci sia stata dietro quei drammatici avvenimenti; c) una versione dell’Islam ignorante non è compatibile con la nostra cultura, visto che nell’Islam ognuno è libero di interpretare il Corano come gli aggrada e diventa complicata un’interpretazione univoca e non aggressiva; d) nel Corano e dunque nell’Islam, come in tutte le religioni monoteistiche, i loro testi sono profondamente intrisi di una visione patriarcale e maschilista dovuta certamente al contesto storico, però mentre il cristianesimo e la religione ebraica si sono adeguate sul ruolo della donna nella società, nell’Islam questo è estremamente contraddittorio proprio per questa presunta libertà di interpretare il corano liberamente.

Inoltre esiste un dato comune storicamente a tutte le religioni, quello della repressione della sfera sessuale che determina comportamenti perversi, dal tipico sadomasochismo, al possesso, all’oggettivizzazione del corpo della donna o alla violenza fine a se stessa come affermazione del proprio “Io” malato. Eviterei di fare paragoni tra il nostro delitto d’onore, che era certamente un retaggio di una visione arcaica del nostro ordinamento sanzionatorio - che giustamente è stato abolito - e la questione islamica. Il motivo è semplice, se per noi era sbagliata quella norma, e la visione che sottintendeva del ruolo della donna, altrettanto lo è per loro ed è nostro dovere imporre con la cultura e la conoscenza a coloro che vengono in Italia quali sono i loro doveri e i loro diritti, se questo non gli aggrada sono invitati e/o obbligati di ritornare a casa loro.

In tutto questo casino mi sovviene come sempre un dubbio: ma non è che personaggi politici ed organizzazioni sociali e politiche, lucrano su questi fenomeni? E il dubbio aumenta se penso alla mancanza di politica estera nei confronti dei Paesi Arabi e medio orientali, i quali governanti vivono nel lusso più sfrenato i popoli languano, senza diritti e in povertà, usati come carne di manovra per dispute di potere, con cui un occidente senza Dio e valori ci fa affari.

Aggiornato il 06 aprile 2017 alle ore 17:17