Il Premier bugiardo   e presenzialista

Rai e Mediaset, ormai schierati, fanno a gara nel trasmettere immagini ed interviste rilasciate in ogni occasione dal Pifferaio Fiorentino, il quale, forse consigliato da un estetista, si è presentato all’Arena di Massimo Giletti tutto in ordine con i capelli luccicanti ed il viso appositamente curato, a tal punto da non poter impedire al conduttore un gesto che definire basito ed incantato è poco. Ma ciò che fa rimanere allibiti è la lucidità con la quale il Premier declama i suoi finti programmi e successi, non manifestando stanchezza fisica per le sue numerosissime presenze sia in campo internazionale che nazionale, presenze che certamente peseranno economicamente sugli italiani, sia pur giustificate dalla rappresentanza. Non so che cosa penseranno i poveri italiani, ceto medio e pensionati in testa, sulle gesta di Matteo Renzi il giorno della Festa del Lavoro, in considerazione del fatto che attraverso l’arma fraudolenta del raggiro, nella quale il Premier è insuperabile, sono ogni giorno che passa sempre più poveri e privi di ogni speranza per il futuro.

Di balle ne ha dette tante, ma andando al sud per promettere investimenti e posti di lavoro, Renzi ha superato se stesso, inaugurando anche con il vecchio gesto del taglio del nastro una strada solamente riaperta al traffico nell’unica corsia che era stata chiusa solo per ragioni di sicurezza, in occasione di quel disastro siciliano di qualche mese fa quando sulla A19 Palermo-Catania crollò una corsia. Stiamo assistendo ad una tragicommedia che diventa davvero insopportabile se dalla Sicilia ci spostiamo in Calabria dove Renzi, a Reggio Calabria, da tempo commissariata, si è permesso dinanzi ai cattocomunisti festanti di offendere il popolo promettendo mari e monti dopo aver visitato il Museo che ospita i famosi Bronzi di Riace e la splendida testa del Filosofo, nella consapevolezza del nulla!

Ma la mia meraviglia, conoscendo l’orgoglio e la dignità del popolo che vive sul più bel chilometro d’Italia come lo definì Gabriele d’Annunzio, è la sua mancata reazione, quella reazione che umiliò De Gasperi all’epoca del Trattato di Osimo, ed i cattocomunisti durante i moti che durarono un anno tra il 1970 ed il 1971. Ma bene esaminando i fatti forse non c’è da meravigliarsi più di tanto, essendo ormai l’Italia tutta in mano ai mestieranti della politica e la Calabria, la Basilicata la Campania e la Sicilia non fanno eccezione!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 21:47