Voto estero: i brogli sono nella legge

Finalmente, cioè troppo tardi, è venuta fuori la questione degli brogli sul voto degli italiani all’estero. Ma come al solito si continua a tacere, o a parlare a vanvera, dei brogli, che, come abbiamo scritto noi da tempo, sono resi possibili dalla sciagurata legge per quel discutibile e “simbolico” voto. L’esito del referendum del prossimo 4 dicembre rischia di essere determinato da un voto che la legge stessa non si preoccupa di assicurare in alcun modo che sia espresso dagli elettori e non da altri, capimafia inclusi, magari di mafia governativa. La legge per il voto degli italiani all’estero incredibilmente non si cura di chi in effetti voti.

È in qualche modo garantito (più o meno) il recapito all’indirizzo degli italiani, censiti come residenti all’estero, del certificato elettorale e della scheda elettorale (che in Italia viene consegnata solo al seggio, previa identificazione del votante). A questo punto la legge si disinteressa di come e da chi sia posto il segno di voto sulla scheda e di come e da chi sia fatta la spedizione della scheda, si fa per dire, “votata”. Se, ad esempio, un boss di Cosa Nostra (ipotesi che formuliamo perché pare che solo della mafia di quel tipo ci si debba preoccupare) fa incetta delle schede, con le buone o con le cattive (ma l’incetta delle schede è sempre delittuosa, anche se gli elettori veri se ne disfanno volentieri!) può votare come vuole, evitando agli elettori il “disturbo” della spedizione a destinazione della scheda votata.

Questa legge demenziale fu approvata (era il “pallino” del povero Mirko Tremaglia, che altro di buono non fece) perché si ritenne di dover “dare un segnale” di sensibilità per l’importanza della Comunità italiana all’estero. Tanto i brogli si sarebbero “compensati”: quelli a favore degli uni e degli altri, in elezioni mai veramente tirate all’ultimo voto. Oggi, con un Governo deciso a salvarsi combattendo fino all’ultimo broglio questo sistema rischia di assicurare al broglio la vittoria di un referendum che perciò solo ne sarebbe truccato e falsato nell’esito. Per vincere, il “No” deve ottenere uno scarto che superi l’handicap di questo voto fasullo che, a spese dei contribuenti italiani residenti in Italia, interverrà a favore del “Sì” a Renzi ed alle sue baggianate. Intanto i “Comitati per il No” elaborano statistiche e se ne compiacciono. Sveglia! Ci vuole altro!

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:04