L’esoterismo misterico della magistratura: Caselli

È la volta di Gian Carlo Caselli nella esibizione pre-elettorale dell’ala estremista del Partito dei Magistrati nella sua brava professione di “fede nei misteri” e di “misteri della fede” che caratterizza quella fazione sostanzialmente eversiva.

C’è uno strano fenomeno in atto nella subcultura della Sinistra italiana e nella magistratura che di quella Sinistra e della sua subcultura è stata ed è il braccio secolare. Mentre la Massoneria, uscita dal periodo fascista decimata e allo sbando e poi dalla vicenda Gelli e P2, non ancora ben analizzata e considerata quale prodromo del golpe (di segno opposto) di “Mani Pulite” è sempre più lontana da una effettiva e corposa ingerenza nel potere e nella politica del Paese e ha adottato una trasparenza che nessuna delle forze politiche sembra imitare ed eguagliare nella sua struttura, la Magistratura, o almeno una parte rilevante e altisonante di essa, freneticamente si spende e si impegna nel creare una mitica zona di “poteri occulti”, nel costruire con i suoi atti, le sue “motivazioni”, le sue esternazioni, una “sua” massoneria, un rifugio per i suoi insuccessi, una giustificazione per le “zone d’ombra” delle sue “lotte”, al contempo demonizzandola in quanto si svilupperebbe in simbiosi con la mafia e con tutte le altre organizzazioni criminali reali ed immaginarie.

L’ignoranza crea facilmente legende, miti, superstizioni. E alimenta il culto (che di culto, nella tradizione cattolica si tratta) del Diavolo. La demonologia è parte integrante di un cattolicesimo (e di un cristianesimo) in realtà politicista e il “culto alla rovescia” del diavolo ne è stato per secoli terribile espressione. Oggi l’ignoranza (in senso proprio) di molti magistrati e quella coscienza dell’ignoranza che quale senso del proprio limite dovrebbe essere invece la virtù dei migliori di essi, che crea con le proiezioni delle “zone d’ombra” di ogni indagine, della cultura professionale e generale dei magistrati, questa sempre più vaga, petulante e sgangherata fascia di poteri occulti. A beneficio e giustificazione dei suoi insuccessi e delle obiettive difficoltà di ogni azione di giustizia.

È oggi la volta di Caselli. Che, non a caso, sceglie “Famiglia Cristiana”, periodico, credo, della Cei, per la solita “sparata” antimassonica, quasi a voler sottolineare il merito di una continuità di certe esternazioni sue e dei suoi sodali con le campagne a base di “rivelazioni” del “Pentito avant la lettre”, Léo Taxil.

La tesi di Caselli è questa. Risulta che ci sono 193 iscritti alle varie “Obbedienze massoniche” con “evidenze giudiziarie per fatti di mafia”. Quindi tra mafia e massoneria c’è un legame, una comunanza di intenti e di affari. Ora, a parte l’assai vaga espressione “evidenze giudiziarie” e a parte ciò che esse possono significare nel nostro Paese, con un ragionamento simile si può giungere alla conclusione che c’è un legame tra la mafia e un po’ tutti i partiti (compresi quelli più “cari” a Caselli) e, magari, con l’Azione Cattolica e chi sa quali altri corpi e associazioni. Caselli lamenta che i partiti, in questa campagna elettorale tacciano sui poteri occulti. A parte il fatto che tacciono su molti poteri che, invece, sono manifesti, come quello sempre più invadente della magistratura, è veramente grottesca l’idea di un dibattito, che piacerebbe a Caselli, sui “poteri occulti”, cioè su ciò che non si conosce. Non dubito che i Cinque Stelle, e certi candidati di spicco di mia conoscenza, abituati a parlare di cose che non conoscono, si troverebbero a loro agio in tale dibattito.

Sarebbe invece opportuno che questa petulante, insistente e interessata operazione giudiziaria di creazione della comoda “zona d’ombra” dell’occultismo fosse studiata come merita. Ci sarebbe, ad essere proprio ottimisti, molto da ridere.

Aggiornato il 28 febbraio 2018 alle ore 17:25