La complicità di Mattarella nell’eversione M5S

Lo abbiamo scritto subito già da qualche giorno di fronte al capovolgimento della prassi per la nomina del Governo. Particolari, che particolari poi non sono, che man mano si vengono a conoscere lo confermano: è in atto una sfacciata e ridicola eversione del metodo e delle fasi della nomina del Governo (con conseguenze ineliminabili su quello che ne dovrà essere il ruolo ed i rapporti con gli altri organi costituzionali) che rappresenta un autentico attentato alla Costituzione.

Dire che di tale sindrome eversiva Mattarella ne è complice, è dire poco. In realtà tutta la buffonata tragica che è in atto ruota attorno alla sua persona ed al suo ruolo e, quale che sarà la conclusione, avrà conseguenze sul futuro del Presidente nella vita dello sciagurato Esecutivo e della sua responsabilità di fronte al Parlamento.

Che Mattarella possa ritenersi immune da responsabilità perché dal Quirinale ci vogliono far sapere che lui la prima stesura pervenutagli del “contratto” tra i due eversori non l’ha nemmeno aperta, è cosa che prova che non gli sfugge la gravità di quello che sta facendo e cerca pezze colorate da applicare a suo discarico.

Che due partiti abbiano avuto l’incarico di formare un Governo in luogo di una singola persona designata, e al contempo, di esserne il Presidente del Consiglio, è già una gravissima violazione della prassi ascrivibile direttamente e solo a Mattarella.

Che questi capi partito si siano messi a definire un programma di (sic) Governo è un ulteriore violazione di ogni logica costituzionale vigente.

Che la “ricerca” del Presidente del Consiglio responsabile del Governo sia posticipata rispetto alla redazione del programma stesso e che la sua funzione sia quindi prevista come di un esecutore di un’elaborazione rispetto alla quale è estraneo, è cosa inaudita.

Che il programma di Governo sia concepito come un “contratto” privato tra due parti è demenziale. Ma inaudito, grottesco, demenziale e, purtroppo, tale da coinvolgere in tali qualifiche tutti quelli che, anche solo passivamente, si sono prestati a questa proclamazione eversiva del carattere privatistico dell’appropriazione dei pubblici poteri è, si può dire, il coronamento di tutto ciò.

Abbiamo appreso nella giornata di ieri che, con un ulteriore capovolgimento delle fasi del procedimento di formazione del Governo, che da solo comprova l’emarginazione, tuttavia complice, proprio per questo nella sua portata eversiva della funzione del Presidente della Repubblica, il “contratto” è stato presentato ai Gruppi parlamentari di Camera e Senato dei partiti. Pare che due Gruppi del PD, uno si sia “astenuto”, l’altro lo abbia addirittura approvato!

I Gruppi di Forza Italia lo hanno bocciato, ma non hanno rifiutato questa partecipazione alla eversione della procedura.

Intanto “Presidenza della Repubblica – esecutore del contratto – cercasi”.

Mattarella attende l’incarico di apprenderne il nome. Una volta ottenuto dovrebbe far finta di commettergli la formazione di un Governo privatamente (ma non troppo) già bello che fatto, con la funzione di ricevere il giuramento che, spudoratamente, i nominati dalla Grillo, Salvini, Di Maio & C., secondo il metodo brevettato dalla congrega, farebbero di fedeltà alla Costituzione già violata nominandoli ed accettando la nomina. Il giuramento del contratto potranno farlo prima di andare al Quirinale.

Se questa non è una sceneggiata, una presa per i fondelli di ciò che resta della Repubblica, una blasfema parodia delle regole costituzionali, allora, cari amici può darsi che io sia un Cardinale di Santa Romana Chiesa.

Chi vorrà condividere questo mio scritto consideri che, salvo quanto possa risultare da imprevedibili resipiscenze di Mattarella, esso ha il carattere e l’intenzione di una denunzia per un delitto: attentato alla Costituzione.

Aggiornato il 21 maggio 2018 alle ore 14:51