Il macigno Cottarelli

L’autore de “Il Macigno”, dunque, farà andare per un po’ il mulino del governo. Sarà farina del diavolo la sua, come sostengono i suoi concorrenti bruciati sul filo di lana, o alimenterà davvero le speranze di rinascita di una Nazione stremata? Premetto che ho grande stima per il “pentito” Paolo Savona, co-autore con Carlo Azeglio Ciampi del disastro di Maastricht e dell’Euro. Invece, non ne ho affatto per i Trattati che la sua sinistra storica ha contribuito a elaborare e siglare con il sacrificio di milioni di italiani. Penso al disastro del cambio Lira/Euro; ai mancati controlli sui prezzi dei beni di consumo e degli immobili che hanno falcidiato al 50 per cento i risparmi delle famiglie italiane! Dopo il 2001, chi aveva messo da parte i soldi per l’acquisto di una prima casa, per sé o per i suoi figli, si è visto letteralmente dimezzare il capitale e raddoppiato, rispetto al 2001, il valore del rateo dei nuovi mutui! Beffato, poi due volte, dato che quegli stessi immobili pagati al doppio del loro controvalore in lire, hanno perduto a oggi più del 40 per cento del valore iniziale!

Penso alla follia della Pac, che ha desertificato l’agricoltura di qualità del Sud e del Nord Italia, provocando la scomparsa di milioni di posti di lavoro e lasciato incolti molte centinaia di migliaia di ettari di ottima terra. Penso alla follia di Dublino, che sanziona solo chi non accoglie i milioni di profughi del Mediterraneo ma che non fa nulla per impedire che Visegrad alzi barriere protettive anti immigrati. Perché Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca sono fuori dell’area euro e, quindi, i denari degli investitori internazionali non sono a rischio, come nemmeno i bilanci pubblici di quelle Nazioni sovrane. Certi sovranisti di casa nostra, anziché gettar via il bambino (Europa ed Euro) con l’acqua sporca farebbero bene a motivare adeguatamente la denuncia unilaterale di quei tre Trattati, con particolare riferimento (Savona docet) a quella parte di Maastricht rimasta inattuata per volontà tedesca. Uno dei “Sette peccati”, denunciati da Cottarelli come mali capitali dell’Italia, è la sua feroce burocrazia che drena inutilmente immense risorse dalle medio-piccole imprese.

Ebbene, basterebbe digitalizzare tutta la Pubblica amministrazione rendendo il lavoro relativo totalmente virtuale (in tema esiste una mia proposta molto dettagliata), esattamente a quanto avviene nel mondo del “Digital Banking”. Il Presidente emerito della Corte costituzionale, Antonio Baldassarre, dice che forse prima dell’incarico a Cottarelli si poteva far pronunciare a Giuseppe Conte, nel corso della fiducia alle Camere, l’impegno solenne di mantenere l’Italia nella Ue e nell’Euro. Anche perché, onestamente, la differenza la fa ex articolo 95 della Costituzione il Presidente del Consiglio che, in caso di ammutinamento di un ministro anche il più prestigioso, può dimettersi ed essere subito dopo reincaricato dal Quirinale per mettere assieme una diversa squadra di Governo. L’impeachment? E su quali basi? Giuseppe Conte propone e Sergio Mattarella dispone e, se i due non concordano, vince senza grandi discussioni chi ha il potere di nomina. Non sono i nomi dei ministri quelli che rappresentano la volontà popolare, ma esclusivamente le maggioranze. E una c’era, nel bene e nel male. Non sarebbe durata molto però: Lega e M5S possono pure voler attuare il contratto con provvedimenti di legge, ma alla fine calerà implacabile la mannaia presidenziale che invocherà l’incostituzionalità dei provvedimenti ex articolo 81 della Costituzione per mancata copertura delle spese!

Aggiornato il 29 maggio 2018 alle ore 12:50