La spallata

Dizione che meglio di tutti è adatta a descrivere ciò che in futuro i “gufi” dicono che accadrà allo stato dei conti pubblici italiani con il “Governo del cambiamento”. Non perché di quest’ultimo non ce ne fosse assoluto bisogno. Anzi. Occorre dire che chi già governava continua a non capire, né a fare i conti con un operato disastroso (il suo!) che ha generato l’irresistibile desiderio popolare di rimettere tutto in discussione per farla finita con deleteri aspetti di malgoverno, quali: accoglienza indiscriminata garantita a un’immigrazione scellerata; insicurezza urbana generalizzata; una globalizzazione che uccide occupazione e fabbriche, favorita da un’Unione che bada solo ai soldi e dimentica i valori. In termini economici, sociali e politici l’Europa e, soprattutto l’Italia, subornate dai falsi miti del mainstream politicamente corretto, sono state prese in trappola dalle loro socialdemocratiche elitarie, che hanno in ogni modo favorito la globalizzazione e l’immigrazione senza regole. Se i giovani italiani non fanno figli per mancanza di lavoro, come potrebbero essere sostituiti nell’impresa riproduttiva da immigrati messi ancora peggio dei primi perché posti fuori dalla modernità e privi di competenze avanzate, che possano creare loro decorose aspettative di reddito?

E come si fa a sbarrare la strada alle produzioni di bassissima qualità asiatiche che desertificano i nostri settori produttivi della loro manodopera storica, senza raddoppiare i dazi di Trump nei loro confronti? Oggi, siamo a una nuova Guerra Fredda economica multilaterale, con un’Europa di fatto weimarizzata e molto altro che ci aspetta, come l’imminente e travolgente ondata sovranista nel Parlamento Europeo. L’Italia ha preceduto tutti. Ne vedremo presto gli effetti pratici. Resta in piedi per l’attuale coalizione contrattuale verde-oro (speriamo che giochi come il Brasile di Pelè!) quello che ho definito il “teorema dei cassetti vuoti”. E nel breve termine, a fini del “cambiamento” li si dovrà unicamente riempire a costo zero tagliando le spese superflue per fare più welfare e investimenti produttivi, visto lo stato disastroso del nostro indebitamento pubblico. Come? Per esempio: eliminando tutti gli enti inutili e le partecipate municipali; riducendo a poche decine i diecimila e passa centri di spesa odierni; ottimizzando servizi pubblici essenziali come trasporti e scuola; fissando soprattutto ragionevoli standard nazionali nelle prestazioni sanitarie regionali.

Massimo Franco, massimo esponente dell’opinionismo che conta in questo Paese, ha scritto qualche giorno fa che: “Movimento 5 Stelle e Lega hanno preso atto di dover ancora costruire una classe governativa”. In verità, per l’incompetenza venticinquennale della politica, dal 1992 in poi, le norme le fanno da sempre gli uffici legislativi dei ministeri: ministri e Parlamento delegano e subiscono. Fondamentale sarà per i nuovi arrivati ricorrere in modo intelligente e competente allo spoil system per selezionare le nuove classi dirigenti della burocrazia italiana, anche avvalendosi di una norma del 2006, voluta dal secondo Governo Berlusconi, che prevede la possibilità di sostituzione di tutti i vertici della Pubblica amministrazione entro sei mesi dall’insediamento del nuovo Esecutivo. Consiglierei ai due Dioscuri vicepremier di abbandonare completamente la vetrina dei social e le dichiarazioni estemporanee. Ogni parola è un macigno detta da loro, in quanto rappresenta il pensiero del Governo italiano! Quando si governa si tace e si fanno parlare i fatti concreti e i risultati ottenuti. Non vorrei che anche il “Governo del cambiamento” rimanesse vittima del teorema di Renzi-Montanelli su M5S e Berlusconi, rispettivamente: “Lasciateli governare e si distruggeranno da soli”. A Roma sta funzionando benissimo!

Aggiornato il 08 giugno 2018 alle ore 13:29