Prodi: “Il governo gialloverde è di destra”

Romano Prodi, ospite all’evento inaugurale del festival de La Repubblica, esprime le sue perplessità verso l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte e sostenuto dall’asse Lega-Movimento 5 Stelle. L’ex premier non risparmia colpi: “Il governo gialloverde? È di destra”.

E ancora: “L’esecutivo del cambiamento su quale programma si basa? Qual è il compromesso reale di questo accordo? Non condanno mai le cose prima che avvengano, ma ci sono blocchi di pensiero che ritenevo inconciliabili, flat tax e reddito di cittadinanza, che sono al governo insieme. Vedremo cosa avviene”.

Prodi, due volte presidente del Consiglio, dialoga con il direttore di Repubblica, Mario Calabresi, e il direttore de L’Espresso, Marco Damilano. Lo scorso 4 marzo, dopo il crollo del suo centrosinistra, il fondatore dell’Ulivo aveva affermato: “Non c’è nulla di irrimediabile in politica, c’è sempre un futuro e ora ci si interroga: le democrazie liberali hanno perso la sfida?”.

“La gente non ha più fiducia nelle democrazie perché c’è un problema di diritti", fa sapere Prodi. E spiega: “Bisogna cambiare registro. La disparità è aumentata in quasi tutti i Paesi del mondo proprio perché i governi democratici hanno adottato modelli fiscali e di welfare che hanno aumentato la disparità. E ora Trump ha abbandonato il soft power, è tornato all’hard power: ritorniamo a esercitare un’economia dura che vuole controllare le altre”.

Le disuguaglianze come motore dell’insoddisfazione, quindi. Fino a quello che l’ex premier definisce “l’assurdo della flat tax”. Insomma Prodi ha le i dee chiare e non risparmia colpi nemmeno quando al centro del mirino si ritrova il Pd. Parla di Matteo Renzi. E non a caso. Rispondendo a Mario Calabresi, che stava parlando di quell’area di sinistra che ha governato negli ultimi anni in Italia, il professore esclama: “Ah, sì? Renzi di sinistra?”. Ma non è tutto.

Prodi non si ferma qui con le punzecchiature e dopo essersi definito “un osservatore non partecipante”, dichiara: “Io sono totalmente fuori, in politica o si sta fuori o si sta dentro, stare in mezzo all’uscio si soffre soltanto. Ma ciò che mi consola in questi anni è che il prezzo del rottame è molto salito”. Parole che di certo non faranno piacere al giovane “ex” rottamatore.

Aggiornato il 08 giugno 2018 alle ore 12:07