M5s, è il momento delle epurazioni

Nel Movimento cinque stelle è tornato il tempo delle espulsioni. Il primo “cartellino rosso” sarà esibito al senatore Gregorio De Falco. “In 24 ore chiuderemo la pratica: ciao ciao comandante”, dicevano ieri alcuni senatori grillini. Sono stati nove, oltre a De Falco, i senatori del Movimento 5 stelle che non hanno preso parte alla votazione del Decreto Genova: Vittoria Deledda Bogo, Alfonso Ciampolillo, Saverio De Bonis, Luigi Di Marzio, Elena Fattori, Michele Giarrusso, Cinzia Leone, Paola Nugnes e Mario Turco.

“I soldi agli alluvionati? Li ho appena pagati. Adesso basta, se continuano così non potrò più stare zitto, mi dovrò difendere in giudizio”. Così De Falco, che definisce “una vera schifezza” le accuse ricevute dal Movimento in seguito alle votazioni sul condono a Ischia. Il comandante sottolinea che il suo “punto di riferimento” è Beppe Grillo. Il “comunicato 45” di Grillo, del 2011, “dice così: ogni eletto risponde a un programma e alla propria coscienza. E ha libertà di esprimersi senza chiedere permesso a nessun capobastone”. Nel merito, “ho votato un emendamento identico a quello presentato da me. Chiedevo semplicemente – afferma – perché le domande di condono del ‘97 vengano trattate in base alla legge dell’85, con criteri più permissivi, e non a quella del ‘94. Non trovo razionale questo ritorno al futuro”.

De Falco difende il proprio operato: “Sono coerente. Non dissidente. Ogni mio atto da senatore è coerente con i valori che ho abbracciato quando ho scelto di entrare in politica. Io non sto tradendo nessuno”, rimarca. “Il Movimento sta andando dalla parte sbagliata. Bisogna riportarlo in rotta. L’ambientalismo è sempre stato uno dei punti di riferimento dei 5 Stelle: dov’è finito?”. Sulle minacce di espulsione, “per compiersi hanno bisogno di un minimo di formalità”, dice il senatore spiegando di non aver ricevuto comunicazioni dai probiviri. “Il Movimento non può consentirlo. Sarebbe liberticida. Di cosa mi si accusa? Di un voto? È una mia prerogativa istituzionale. Difendere il parlamentare e i suoi diritti vuol dire difendere la libertà degli italiani”, osserva. Non possono davvero pensare di intimorire gli altri, cacciandomi”.

L’ex eurodeputata cinque stelle Daniela Aiuto è intervenuta sulla vicenda De Falco: “Non sono affatto sorpresa. Dopo l’entrata in vigore del nuovo statuto era abbastanza chiara la svolta autoritaria da parte del Movimento. Il disaccordo all’interno del Movimento non è previsto. De Falco è un servitore dello Stato, un ufficiale della Marina militare, un uomo con la schiena dritta. Molti lo stanno attaccando – sostiene Aiuto – è partita già la macchina del fango che anche io ho subito, come tutti quelli che decidono di prendere le distanze dal Movimento. Invito tutti ad andare a cercare da dove provengono questi profili fake che vengono utilizzati per gettare fango sugli eletti quando assumono posizioni divergenti da quelle dei vertici”.

Un’altra dissidente, Paola Nugnes, in questi giorni è sembrata relativamente tranquilla. Dovrebbe essere soltanto sospesa. “Non sono io, non siamo noi – dichiara la senatrice – a mettere in difficoltà il governo, ma è il governo a mettere in difficoltà noi. Mi salvo perché Fico mi difende? Ma per favore”. Elena Fattori solidarizza con i colleghi attraverso su Facebook: “Grazie – scritta – anche per il coraggio di una scelta non semplice in un clima di terrorismo psicologico lontano da ogni forma di democrazia e condivisione”.

Gli espulsi potrebbero essere una quindicina. Roba da fare tremare le vene ai polsi del capogruppo al Senato Stefano Patuanelli. Quanto basterebbe al governo gialloverde per non avere più i numeri nella Camera Alta. Il commento del capogruppo leghista al Senato Massimiliano Romeo è sarcastico: “Ci sono pecorelle smarrite è vero, ma ce ne sono altre pronte a rientrare: vedremo”.

Il quadro della situazione in casa grillina è in evoluzione. Cinque ribelli hanno un piede già fuori: De Falco, Nugnes, Fattori, Virginia La Mura e Matteo Mantero. Tra i cosiddetti “malpancisti” sono annoverati altri dieci parlamentari: Saverio De Bonis, Donatella Agostinelli, Lello Ciampolillo, Gisella Naturale, Fabrizio Trentacoste, Gianni Marilotti, Bianca Granato, Sabrina Ricciardi, Laura Angrisani, Sergio Romagnoli. “Sembrano i quelli di Rifondazione al tempo del governo Prodi”, sottolinea un leghista.

Aggiornato il 15 novembre 2018 alle ore 16:23