Scandali militari che inquietano la ministra Trenta

La ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, è alle prese con un paio di brutte gatte da pelare. Scandali veri e propri che interessano le amministrazioni della Difesa. Il primo è quello sollevato da Michele Daloiso, già primo maresciallo luogotenente della Marina militare, attualmente in congedo per infermità, che è riuscito a far invalidare definitivamente un concorso interno con cui tre suoi pari grado diventarono alti ufficiali nel 2001 senza avere i requisiti morali – in quanto tutti e tre soggetti a procedimenti penali o a condanne i cui effetti erano ancora in corso al momento della partecipazione al concorso stesso – per parteciparvi. Con effetti retroattivi di retrocessione dei gradi militari acquisiti e di restituzione degli stipendi percepiti. Cosa che interesserà presto anche la Corte dei conti per evidente danno erariale.

Il secondo riguarda la denuncia di malversazione e truffa che riguarda alcune associazioni militari, presentata da Diego Abbo, contrammiraglio in ausiliaria e presidente dell’associazione di promozione sociale “Dignità in uniforme”, accusate di far percepire ai loro dirigenti elevati stipendi in contrasto con le norme della legge 90 del 2010, cioè il testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare.

Sia la denuncia di Daloiso, che ha ottenuto anche una sentenza definitiva ai danni dei propri concorrenti nel concorso per diventare ufficiali, sia quella di Abbo sono state praticamente ignorate dalla Trenta nonostante le lettere di esposto e di diffida ad ottemperare ricevute dagli interessati. Adesso questi due scandali stanno scuotendo le Forze armate, dove scandali passati di ruberie varie – come quello delle “masserizie” (quando vennero dismesse le vecchie caserme e trasferiti tutti gli uffici in quelle nuove, in moltissimi si portarono dietro mobili e suppellettili vari e quasi tutti gli accusati patteggiarono pene per furto e appropriazione indebita) – non sono stati ancora digeriti.

E la ministra grillina, del partito di “onestà! onestà!”, è da molte parti richiesta di battere un colpo.

Aggiornato il 04 gennaio 2019 alle ore 12:44