Tutt’altro che un trofeo elettorale

Certe esibizioni e certi esibizionismi non piacciono, che poi ci siano parate di governo ad accogliere pluricriminali terroristi rossi francamente ancora meno. Insomma, che motivo poteva esserci affinché un vicepremier fosse nel parterre di Ciampino in attesa del brigatista comunista e pluriomicida, finalmente catturato in Bolivia.

Oltretutto, diciamoci la verità, il primo attore, seppure “in pectore”, di questo straordinario successo, atteso da decenni e da tutti (o quasi), è stato il presidente Jair Bolsonaro. Infatti è dalla vittoria elettorale di Bolsonaro che Battisti ha iniziato ad avere paura, commettendo una serie di errori che hanno condotto alla cattura, grazie ovviamente ad una intelligence bravissima e capace.

Di certo, se in Brasile avesse vinto la sinistra erede di Lula, a Ciampino difficilmente sarebbe atterrato un aereo dei servizi italiani con a bordo il criminale comunista fuggiasco da decenni. Comunque sia, almeno a noi, non è piaciuta la presenza come fosse una prima teatrale di Salvini e Bonafede all’atterraggio di ieri mattina.

È vero che le elezioni europee si avvicinino, ma il senso della misura e della sobrietà istituzionale, che specie in certi casi deve esserci, è stato disatteso, chissà magari a vantaggio, di un consenso auspicato, che nulla dovrebbe centrare con i fatti in questione. Dopodiché colpisce, molto di più, che con l’arresto del brigatista rosso, a sinistra si sia riaperto il derby degli “intellettuali”, a favore del perdono, o addirittura del dubbio sulla colpevolezza del terrorista, condannato a più ergastoli ripetutamente.

Insomma, per alcuni della rive gauche, le sentenze vanno rispettate se favorevoli, altrimenti vanno contestate, messe in dubbio, oppure sottomesse alla cosiddetta dottrina Mitterrand, che ha sottratto alla galera fior di criminali, a partire dai terroristi comunisti. Lo stesso Battisti ne ha goduto, oltretutto impropriamente, visto che nel caso suo c’è stato, eccome, un coinvolgimento in fatti di sangue, tanto è vero che c’è chi suppone che per fruirne Battisti abbia spifferato qualcosa ai servizi francesi.

Ovviamente per noi la dottrina Mitterrand, è da pelle d’oca, da vergogna, così come il dibattito degli intellettuali di sinistra sul perdonismo e sulla colpevolezza o meno di Battisti, oppure degli altri terroristi, salvati dalla Francia Per noi i brigatisti rossi restano vigliacchi assassini che sparavano alle spalle dello “Stato”, non certo eroi romantici come qualche ipocrita intellettuale di sinistra cerca di affermare, a partire dai filosofi d’Oltralpe alla Bernard Levy.

Sia come sia, ci auguriamo che da oggi, assicurato nuovamente alla galera, il terrorista Battisti ci resti davvero per quanto stabilito, perché se con qualche escamotage così non fosse, sarebbe da noi peggio che in Francia, peggio che con Mitterrand.

Aggiornato il 15 gennaio 2019 alle ore 14:01