Reddito di cittadinanza: e ora il gran casino

Si era appena cominciato a parlare della “manovra” necessaria per il famoso (ché, poi dovremo definire famigerato) “Reddito di cittadinanza” quando mi sono permesso di affermare su questo mio povero mezzo di comunicazione dei miei senili e purtroppo malinconici pensieri, la considerazione che la bagarre per la “copertura finanziaria”, che, pure, ci ha portato ad un pelo da una grossa ed irreparabile frattura con l’Europa, sarebbe stata poca cosa di fronte alle questioni che sarebbero sorte “all’atto pratico”, al momento di tradurre questa solenne ed ottimistica espressione, secondo la quale essere cittadini italiani “rende” e, per modo di dire, il previlegio di far la parte di Pantalone, ma anche il bellissimo e felice inverso, quello di avere assicurato una sommetta, una pensioncina non grossa, ma sicura. Così è stato e così è.

Si è litigato con l’Europa per il nostro bilancio senza sapere, in effetti che cosa significasse quella parola così solenne e dignitosa, così ottimistica ed accattivante. Ora che il peggio delle bacchettate Europee sembra passato, con grande fatica e con il ricorso al più italiano dei metodi: cioè rinviando, in sostanza di qualche mese l’erogazione di quel ben di Dio della provvidenza pentastellare, riducendo l’onere di altrettanti dodicesimi, corrispondente ai mesi “risparmiati”. Pazienza: diventeremo cittadini un po’ più tardi. Ma ora, solo ora per questi Soloni, viene fuori che non sanno perché hanno litigato con tutti.

È venuto fuori, intanto, un problema, che sembra incredibile non fosse stato risolto addirittura prima di cominciare a parlare di questo quasi miracoloso beneficio che Beppe Grillo, Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Matteo Salvini hanno giurato che ci faranno piovere dal cielo. A chi la daremo questa grazia di Dio? Chiaro (sembrava)... “di cittadinanza”, dunque... ai Cittadini della Repubblica Italiana meno fortunati (cioè più sfortunati)! Luigi Di Maio lo ha dichiarato pubblicamente: “Il reddito di cittadinanza lo daremo ai cittadini”.

Contento Salvini, contenta la Meloni, contenti tutti. Proprio tutti? Beh... almeno quasi: ai capi famiglia? Va a vedere oggi chi è capofamiglia! A ciascun figlio un po’ grandicello? Piano! Con certe famiglie numerose ci vogliono il doppio delle “coperte” per la copertura finanziaria.

E come si fa a stabilire chi è proprio “povero”? Certo Di Maio è furbo e ha le sue brave carte. È venuta fuori subito l’automobile. Niente paghetta a chi compra una macchina nuova. Se di seconda mano, sì. Almeno così pare. Il decreto (da convertire in legge…!) è stato rinviato. Ma quali che ne siano i termini voglio vedere quale sarà il torrente del contenzioso che si scatenerà tra cittadini, residenti, “barboni” etc. etc. Pare ci siano già coniugi che si separano per raddoppiare la paghetta. E, poi, avremo figli che si affretteranno a battere, senza ritorno, le strade di quello “prodigo” (che non dovrà essere così prodigo di comprarsi una macchina nuova).

Aggiornato il 25 gennaio 2019 alle ore 19:03