Diciotti, Tribunale dei ministri vuole procedere contro Salvini

Autorizzazione a procedere in giudizio nei confronti di Matteo Salvini per il caso Diciotti. L’ha richiesta il Tribunale dei ministri di Catania contraddicendo la richiesta di archiviazione della Procura della Repubblica del capoluogo etneo. Ma il ministro dell’Interno contrattacca. “Rischio – ha twittato – da 3 a 15 anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi dei clandestini in Italia. Non ho parole. Paura? Zero. Continuerò a lavorare per difendere i confini del mio Paese e la sicurezza degli Italiani!”. Poi, in un video postato sui social il leader leghista ha rincarato la dose. “Sì lo rivendico, lo confesso e lo ammetto: ho bloccato la procedura di sbarco dei migranti. Mi dichiaro colpevole di questo reato. Chiedo solo al popolo italiano se riteniate che io debba continuare a fare il ministro esercitando i doveri di ministro, oppure se dobbiamo demandare a questo o quel tribunale le politiche sull’immigrazione. I giudici facciano i giudici, i ministri fanno i ministri ed esercitano i loro poteri”.

All’inizio di novembre la Procura di Catania ha formulato la richiesta di archiviazione nei confronti di Matteo Salvini, rispetto alla vicenda della nave Diciotti. Secondo i pm etnei, il ritardo dello sbarco dei 192 migranti a bordo è stato “giustificato dalla scelta politica, non sindacabile dal giudice penale per la separazione dei poteri, di chiedere in sede Europea la distribuzione dei migranti in un caso in cui, secondo la convenzione Sar internazionale, sarebbe spettato a Malta indicare il porto sicuro”.

Secondo l’Associazione nazionale magistrati, “le dichiarazioni di Salvini a commento della decisione del tribunale dei ministri di Catania “risultano irrispettose verso i colleghi nei toni di derisione utilizzati e nei contenuti, anche laddove fanno un parallelismo tra i tempi di redazione di un provvedimento giurisdizionale, come noto previsti dalla legge, e il funzionamento di un’azienda privata”. Per l’Anm “il rischio di una delegittimazione della magistratura, il cui operato viene fatto nel rispetto delle leggi dello Stato, è alto e va assolutamente evitato”. Anche l’ex presidente del Senato Pietro Grasso critica il vicepremier: “Come membro della giunta per le immunità del Senato – ha detto – dovrò esaminare la richiesta del tribunale dei ministri di Catania. Salvini ha dichiarato a tutta pagina, non più tardi di qualche mese fa, che avrebbe rinunciato all’immunità e chiesto al Senato di farsi processare. Ripete continuamente di essere uno che mantiene la parola: non ho dubbi che lo farà anche in questo caso. Vero?”.

A sostegno del leader leghista interviene la leader dell’estrema destra francese Marine Le Pen. “Vergogna ai quei giudici politicizzati che lo perseguono per sequestro – ha twittato – e vogliono impedirgli di mettere fine all’invasione migratoria del suo Paese fermando gli sbarchi dei migranti. Solo il popolo italiano decide”.

Aggiornato il 25 gennaio 2019 alle ore 16:16