L’enigma che ancora attanaglia la gente comune riguarda ancora la politicizzazione della magistratura e l’atteggiamento pilatesco di M5S. Che questo governo potesse essere contemporaneamente il tutto ed il contrario di tutto lo si sapeva già da tempo. Ma non appare affatto comprensibile l’atteggiamento che il Movimento 5 Stelle sta assumendo nei confronti del proprio principale azionista di governo, Matteo Salvini.

Perché, a parte il fatto che ogni ministro dovrebbe avere la copertura del capo del governo prima di assumere certe ferme e clamorose decisioni (assenso che non dubitiamo Salvini avrà pure avuto dal presidente Conte che, a questo punto, di quella scelta è corresponsabile), la competenza per ogni attracco delle navi nei porti italiani (che hanno dei propri comandanti) è sottoposta alla supervisione del ministro delle infrastrutture, che opera per mezzo delle capitanerie di Porto.

Perché Conte e Toninelli non sono stati chiamati in correità con Salvini a rispondere dell’atto indagato? Dov’è la carta (e la firma) che coinvolgerebbe il solo senatore Salvini? Non dovrebbe esserci alcun dubbio sul fatto che, quel Tribunale dei Ministri, contraddicendo la stessa Procura della Repubblica di Catania (che aveva precedentemente indagato sulla questione) ha deciso d’inviare la pratica al Senato della Repubblica, distogliendo lo stesso da altre cure patrie. 

La procura ricevendo in primis la notizia di reato, strano non abbia considerato pure le posizioni del presidente Conte e di Toninelli: perché non li ha chiamati a rispondere in ordine a questa domanda? Continuano dunque i misteri politico-giuridici italiani. Alla cui soluzione non contribuisce affatto quell’altro atteggiamento, altamente pilatesco, dell’M5S che vorrebbe abbandonare il suo alleato su di una scialuppa in mezzo al mare. Il rischio di una coniugazione qualinquismo-approssimazione potrebbe divenire letale per l’Italia intera. Che far il Pd.

*ex Presidente Commissione Trasporti Camera dei Deputati

Aggiornato il 28 gennaio 2019 alle ore 12:25