Settimane cruciali

Con un notevole anticipo sulle previsioni, che avevano indicato per il redde rationem la data delle elezioni europee, pare che la sorte del Governo Di Maio-Salvini se sarà sottoposta ad una vera prova, questa sarà invece giuocata nelle prossime settimane, a cominciare da domenica 24 febbraio, in cui conosceremo l’esito delle elezioni regionali sarde.

Un’accelerazione alla verifica della sorte del Governo è stata data dall’incredibile violenza dello scontro interno tra Salvini ed i Cinquestelle, che ad un certo punto era sembrato aver determinato la frattura insanabile nella compagine governativa e su tutte le questioni affrontate come essenziali dai due poco socievoli soci.

E’ inutile ripetere che proprio la crisi dell’alleanza ha confermato che a determinare l’esito della partita sarà l’assenza di una opposizione “esterna” al Governo. Quella interna ha superato ogni limite di credibilità ed è trascesa nel grottesco. Ma è anche emersa una incredibile capacità del Governo stesso di sopravvivere alla furia dei contrasti all’interno della sua stessa maggioranza.

Questa fase della vita del Governo e della politica del Paese ha segnato un netto vantaggio di Salvini e della Lega. Inoltre, Salvini è riuscito a sfuggire alla trappola, di cui conosceremo prima o poi i veri progettisti, della pagliacciata della richiesta di incriminazione per la storia della Nave Diciotti (almeno così sembra). Una trappola che, a quanto sembra pare destinata ad avere effetti mortificanti per i 5 Stelle invece che per chi era stata tesa.

Le elezioni abruzzesi hanno avuto un ruolo fondamentale in questa debacle dei Grillini.

Non so se, quale che ne possa essere l’esito, altrettanto potrà dirsi delle elezioni regionali sarde. Sembra che negli ultimi giorni i bollori interni ed esterni della pentola grillina-leghista si siano un po’ calmati. Ma questo è sicuramente dovuto al fatto che nè Salvini e neppure qualche altro è oggi in grado di affrontare se non completamente al buio, una crisi di Governo. Che a ciò si sia aggiunto l’affiorare di un po’ di buon senso e di preoccupazione per il disastro economico cui il Paese sta andando incontro è difficile poterlo sperare. C’è piuttosto da preoccuparsi della sciagurata proposta di operare lo scempio delle Istituzioni Repubblicane, in primo luogo con lo “spezzatino” del sistema delle Regioni ordinariamente a “Statuto Speciale” che, in primo luogo, metterebbe l’Italia in condizione di non essere più capace di una qualsiasi difesa dei suoi interessi nell’ambito dell’Unione Europea.

Nessuno sembra infatti rendersi conto che per sopravvivere e non essere sopraffatti in Europa ed, invece, trarre i vantaggi offerti da una ragionevole politica comunitaria, la nostra Repubblica deve poter contare su Istituzioni agili e forti, che la riforma prospettata farebbe scomparire.

Un’ultima considerazione. La crisi della compagine governativa non sembra aver stimolato una opposizione al suo esterno. Pare che il grottesco estendersi della maggioranza ad occupare anche la funzione dell’opposizione non sia superabile.

Attenzione. Questa è la fine delle nostre libertà.

Aggiornato il 22 febbraio 2019 alle ore 11:05