Il fantasma nel Def

Rifiutare la conferenza per paura di essere messi all’angolo, non dai giornalisti, ma dalla ovvietà, la dice lunga sulla credibilità del Governo. Evitare le domande, infatti, significa voler nascondere all’informazione pubblica una realtà tale da scappare via di notte, alla faccia del rispetto popolare dei pentaleghisti.

Insomma, siamo di fronte alla testimonianza, sia dell’incapacità e sia della mancanza di coraggio. Il fantasma nel Def è il buco nei conti che non ammettono il disastro combinato, gli sbagli e le scriteriatezze successive. Ecco perché nel documento economico c’è solo aria fritta, promesse e l’ammissione del minimo sindacale, a partire dalla crescita prossima allo zero, dall’aumento del deficit e del debito. Parliamo di dati che non potevano negare, gli scienziati di governo, anche se solo a dicembre scorso giuravano il contrario; insomma, pochi mesi fa avevamo capito tutto e tutti, tranne loro, che annunciavano l’anno bellissimo e il boom economico, incredibile ma vero. Eppure, nonostante ciò, insistono nel fare finta, nel non dire, nel camuffare la realtà, ecco perché nel Def c’è uno spettro, un fantasma da paura, il buco enorme che si è creato, il danno nei conti, per le scriteriatezze pentaleghiste.

Tra il reddito, quota 100, decreto dignità, blocco della Tav, spread, sfiducia e previsioni farlocche, si è aperta una voragine da impallidire, altro che congiuntura generale, che certo, e questo va detto, non aiuta. Insomma va male, questa è la realtà, la scriviamo noi, indichiamo ciò che il governo fugge per non dire, tra quello che manca e quello che servirà per il 2020 ballano una quarantina di miliardi, almeno. Solo per l’Iva ne serviranno 24, altri 10 circa per la crescita mancata del Pil, aggiungete una bella manciata di miliardi fra costo dello spread, che quest’anno sarà pieno, e le cosiddette maglie cascate e il conto è bello è fatto.

Ecco perché nel Def i Nobel dell’economia nascondono e promettono, come se gli italiani non sapessero che il valore delle promesse in politica vale zero. I pentaleghisti promettono il nulla come è sempre stato, alla faccia del cambiamento. Tra l’altro la promessa futile di una flat tax, oltretutto taroccata e dunque peggiorata, costerebbe 15 miliardi di euro; siamo seri, parliamo di un totale che la manovra Amato del ‘92 impallidirebbe. Questi signori ci prendono in giro, punto e basta.

Eppure, pensate, i pentaleghisti, capaci di fare questo popò di danno, accusano il passato, come fa la sindaca Virginia Raggi a Roma, attaccano ovviamente Silvio Berlusconi, se la prendono con tutti, a partire dal centrodestra, è una vergogna e basta. Vale per tutti e vale per Matteo Salvini, che snobba il Cavaliere ma conta su Forza Italia per le elezioni locali. Non ci piace coi grillini al governo, per stare e fare male, e poi col centrodestra per la vittoria al regionale. Salvini coi Cinque Stelle non doveva andare per farci un governo abborracciato, e puntare su Luigi Di Maio per raccontare balle. Nel Def non c’è nulla, tranne il fantasma di una crisi prevedibile, colpevole e persistente.

Aggiornato il 10 aprile 2019 alle ore 11:25