In difesa di Antonio Ingroia

Oggi su “Il Fatto quotidiano” Antonio Ingroia si difende con veemenza dall’accusa di essere stato lasciato a terra all’aeroporto di Parigi in quanto troppo ubriaco per volare senza dare fastidio a equipaggio e passeggeri. Non c’è motivo di dubitare della autodifesa dell’ex pm, che adesso vive una nuova vita da avvocato dopo avere invano tentato la via della politica. E soprattutto non c’era neanche bisogno che si scusasse di nulla. Dovrebbero invece scusarsi con lui qui giornali e quei giornalisti che aspettano al varco l’ex potente di turno alla prima presunta scivolata per azzannarlo come gli sciacalli fanno con gli animali circondati e indeboliti. Antonio Ingroia non merita tanto una difesa garantista, dato che l’ebbrezza -  o l’essere sotto l’effetto presente e invalidante di qualsiasi altro tipo di droga o sostanza - per fortuna non è ancora un reato, a meno che non si provochino incidenti ponendosi alla guida di qualche auto veicolo.

E dato per assodato che l’aereo che lo doveva riportare in Italia non sarebbe comunque stato pilotato dallo stesso Ingroia, la sua dignità umana andrebbe tutelata – da sobrio o da ebbro – a maggior ragione. Queste cose i giovani giornalisti italiani, o presunti tali, non le capiscono, non le vogliono capire oppure fanno finta di non capirle. Anche se questa maniera barbara di comportarsi sta determinando una crisi quasi irreversibile del mestiere e della sua credibilità. Tanta solidarietà umana quindi per Ingroia, pari almeno allo scetticismo con cui chi scrive ha sempre visto il famoso processo sulla trattativa tra stato e mafia. Se poi fosse stato un po’ alticcio – ma l’interessato nega e racconta al “Fatto” una situazione che sembra più che credibile, e cioè di un alterco con il personale di volo dovuto a ritardi e a relativi stress – ci sarebbe ancora più simpatico, in quanto più umano. Tutti possono cadere in depressione e farsi consolare, sbagliando,  da alcool e droghe, anche i potenti della terra e persino i magistrati o gli ex tali. Non per questo quelli che li hanno segretamente odiati, nella loro vita precedente, maturano il diritto a vendicarsi deridendoli quando cadono in disgrazia. Amen.

Aggiornato il 23 aprile 2019 alle ore 12:30