Governo: un finale recitato a braccio

Credo che le mie supposizioni di un finale di questo Governo non meno fuori delle regole di quanto ne sia stata la nascita si stiano dimostrando meno fantasiose di quanto non mi apparissero quando le formulavo.

Che significa la presa di posizione di Confindustria, che, per bocca del suo Presidente nella solennità dell’Assemblea ed alla presenza di tutte le altre cariche dello Stato, afferma: “noi siamo protetti da Mattarella”?

Intanto la storia del decreto legge rifatto e, poi, congelato con un rinvio “strumentale” del Consiglio dei Ministri, è già un segno di una forma di intervento del Capo dello Stato, nuova, anche se, francamente, già usurata e sgangherata.

La sensazione è che al Quirinale e presso quanti possono farvi riferimento dicendo di “esserne protetti”, sta prendendo corpo un progetto di lasciare in vita il Governo, mettendolo magari da parte per quello che riguarda determinate materie. Enti pubblici, Europa, grandi affari. Sarebbe una grossa sciocchezza. Ma non è la sciocchezza che sembra possa essere d’ostacolo alle imprese degli sciocchi. Del resto non sarebbe nemmeno una novità.

Ci sono state idee simili a tutti i livelli ed in tutte le sedi del potere e dei poteri, già lo scorso anno, quando si arrancava per la formazione di un Governo, di gente che faceva i conti senza l’oste, vagheggiando una propria nuova funzione di effettivo Governo con la “copertura” di quelli di 5 Stelle ritenuti più duttili e manovrabili a causa della loro ignoranza e ridicole presunzioni ve ne furono parecchi.

Errore gravissimo. Nessuno è cocciuto quanto un imbecille e nessuno è convinto di possedere la chiave della porta giusta quanto l’ignorante. Oggi la sensazione che sia Luigi Di Maio con i suoi Toninelli ed altra gente del “Bar dello Sport”, sia Salvini con le sue sfuriate e la claque delle sue guasconate danno l’impressione di essere disposti a tutto per non lasciare il Governo che si sono giuocato con le loro dissennatezze. Di qui altri aspiranti “badanti” e tutori.

Probabilmente questa mia impressione è, e rimarrà, un’impressione. Ed il Governo chiuderà bottega con qualche episodio grottesco in più del solito. Oppure verranno a dirci che non successo niente, che sono tutti d’accordo e lo sono sempre stati. Ma poiché le dimissioni del Governo dopo il voto di domenica non sono affatto scontate, non voglio essere pessimista al punto di ritenere che questa gente voglia e possa continuare a giuocare con la pelle di tutti gli Italiani. Facciano, dunque come credano. Facciano come crede Mattarella. Purché voglia prendere atto che invece di un Governo c’è, ci sono ciurme di rissosi. E si regoli in conseguenza.

Aggiornato il 24 maggio 2019 alle ore 12:00