Bufera sulle Procure, Bonafede incarica ispettori

Alfonso Bonafede è molto preoccupato dalle vicende in cui sono coinvolti i giudici Luca Palamara e Stefano Rocco Fava. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede all’inizio di maggio ha chiesto all’ispettorato del ministero il compito di svolgere “accertamenti, valutazioni e proposte”. È quanto si apprende da fonti di via Arenula. Il Guardasigilli mantiene il massimo riserbo. Interverrà quando il quadro sarà più chiaro, nel pieno rispetto dell’autonomia della magistratura.

Le indagini che coinvolgono l’ex consigliere del Csm Palamara, accusato di corruzione, assumono sempre di più i contorni di una clamorosa inchiesta. La Guardia di Finanza e i magistrati di Perugia hanno perquisito il suo ufficio in Procura a Roma. Intanto, saltano fuori altri illustri indagati, che avrebbero favorito Palamara per eludere le indagini a suo carico. Tra questi, figurerebbero il pm Fava e il consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura Luigi Spina.

L’Associazione Nazionale Magistrati “confida che il percorso decisionale del Csm non sia in alcun modo influenzato da alcun altro fattore, esterno o interno alla magistratura”. Nel registro degli indagati, con l’accusa di corruzione, i pm di Perugia hanno iscritto anche Fabrizio Centofanti, l’imprenditore dei ‘regali’, e gli avvocati Piero Amara e Giuseppe Calafiore. Dalle indagini emergerebbero viaggi e vacanze per Palamara (all’epoca consigliere del Csm) e famiglia: un’attività corruttiva messa in atto, secondo la procura di Perugia, “per fare in modo che Palamara mettesse a disposizione, a fronte delle utilità, la sua funzione di membro del Csm, favorendo nomine di capi degli uffici cui erano interessati Amara e Calafiore”.

Tra i regali, anche un anello “del valore di duemila euro in favore dell’amica Adele Attisani”, oltre a un soggiorno a Taormina. E poi viaggi per lo stesso Palamara, o la sorella, in Toscana, a Madonna di Campiglio, a Dubai e Favignana. Il sostituto procuratore romano, secondo l’accusa, quando rivestiva il ruolo di componente del Csm, avrebbe anche ricevuto 40mila euro dagli avvocati Calafiore e Amara per favorire la nomina di Giancarlo Longo a procuratore di Gela. Il magistrato è stato arrestato nel febbraio 2018, per corruzione, a Messina.

Un altro filone della stessa indagine riguarda invece le accuse nei confronti dell’attuale consigliere del Csm, Luigi Spina. Per quest’ultimo le ipotesi di reato sono rivelazione di segreto d’ufficio e favoreggiamento personale. Spina, che come Palamara è esponente di Unicost, la corrente di centro delle toghe, avrebbe rivelato al suo collega notizie relative all’inchiesta di Perugia nel quale era indagato, apprese proprio grazie al suo ruolo nel Csm.

Aggiornato il 31 maggio 2019 alle ore 15:49