Così è (se vi pare)

Così come, Lamberto Laudisi, nell’opera di Pirandello, sul 2 giugno c’è tutto e il suo contrario, purtroppo il solito teatrino.

Del resto da noi quando arrivano le grandi ricorrenze, dal 25 aprile al 2 giugno, le polemiche e gli antagonismi non mancano mai. Per il vero si tratta di un vizietto della sinistra e dei cattocomunisti, quello di appropriarsi dei passaggi storici più importanti, dalla liberazione alla nascita della Repubblica. Insomma, in queste occasioni i seguaci di Togliatti e della canonica, sul presupposto che la Costituzione sia roba loro, pongono e dispongono a piacere.

Sia chiaro, per certi versi hanno ragione, perché in realtà la nostra Carta nasce soprattutto dalla fusione delle due chiese, quella marxista togliattiana e quella cattolica dossettiana. Oltretutto per quanto indiscutibilmente bella, la fonte delle fonti, fu voluta proprio così, lunga, scritta, rigida ma anche un po’ vaga, tanto da prestarsi alle interpretazioni che i cattocomunisti spesso preferiscono.

Ecco perché ad ogni celebrazione nazionale c’è qualche corista che tira in ballo “Don Camillo e Peppone”, qualcuno che esorti e stabilisca quale sia il significato autentico della Costituzione. Resta comunque il fatto che di significati da interpretare ce ne siano eccome, basti pensare all’articolo 1 e al problema drammatico del lavoro.

Sia come sia, quando arriva il 25 aprile oppure il 2 giugno, c’è sempre qualche appello che scatena polemiche inutili e dannose. Se poi l’appello viene dal ministro della Difesa, o peggio assai, dal presidente della Camera dei deputati, siamo alla frutta per davvero. Roberto Fico infatti dovrebbe ricordare, che da presidente di Montecitorio, rappresenta il Parlamento intero, l’Arco costituzionale, nessuno escluso, e non può permettersi di fare il barricadero col pugno alzato e chiuso. Uscire in pubblico da compagno conclamato, con la dedica della festa, è da segretario di partito, da rappresentante di categoria, ma certo mai da presidente del Parlamento tutto; ecco perché l’uscita sui Rom e gli immigrati non ci stava affatto.

Su queste cose Fico non può giocare come fosse in piazza a protestare, per fare il passionario deve dimettersi e tornare un semplice parlamentare, non di certo sfruttare la carica e il livello per sparare idiozie politiche a questo e a quello. Oltretutto si conferma l’insopportabile tendenza dei cattocomunisti ad interpretare la Costituzione a piacimento, come se fosse un “tutto compreso” una sorta di all inclusive, basta che stia bene a loro perché la Carta dica quello.

La realtà invece è ben diversa perché non c’è passaggio della Costituzione che ovviamente giustifichi l’illegalità, la mancanza di rispetto delle regole, la violazione della legge insomma. Ecco perché sono sbagliate anche le troppe interpretazioni sulla festa del 2 giugno, che invece resta dell’Italia e degli italiani, punto e basta. Doveva essere l’anno bellissimo, la sconfitta sulla povertà, la festa sul balcone ma è diventato un tormentone, un teatrino, una sceneggiata insopportabile, con l’Italia che arranca, sta in crisi e torna dietro, e sentirli straparlare e litigare non è accettabile.

Aggiornato il 03 giugno 2019 alle ore 11:04