L’ultimatum di Conte a Salvini: “Basta provocazioni, altrimenti mi dimetto”

Giuseppe Conte chiede a Matteo Salvini di abbandonare i toni piccati e di tornare a lavorare all’insegna dello spirito di lealtà e collaborazione. In caso contrario, il premier è disposto a dimettersi. Stamattina, nel prologo della sua conferenza stampa nella sala dei Galeoni di Palazzo Chigi, il presidente del Consiglio aveva annunciato “fatti importanti”. E, difendendo l’operato del primo anno del governo gialloverde, Conte si è formalmente rivolto ai due vicepremier. Ma è evidente a tutti che il convitato di pietra dell’incontro con i giornalisti sia stato il leader leghista. “Voglio una risposta chiara e rapida”, ha detto.

E rispetto alla Tav, il premier sembra non avere dubbi: “Ho detto che la Tav oggi così com’è non la farei. Non la trovo conveniente ma mi ritrovo in fase di attuazione del percorso e o trovo un’intesa con la Francia e la Commissione europea o il percorso è bello e segnato”.

E la replica di Salvini è arrivata a stretto giro, attraverso Facebook. “Noi – ha sottolineato il ministro dell’Interno – non abbiamo mai smesso di lavorare, evitando di rispondere a polemiche e anche insulti, e gli italiani ce lo hanno riconosciuto con 9 milioni di voti domenica”. Il capo del Carroccio si è dichiarato pronto a lavorare: “Vogliamo andare avanti e non abbiamo tempo da perdere, la Lega c’è e anche come l’Italia dei sì sia la strada giusta”. Al termine della conferenza stampa, Conte ha controreplicato a Salvini. “Dice che di volere andare avanti con il governo e la Lega? Allora ci possiamo vedere”.

In buona sostanza, il premier ha provato a fare la voce grossa e ha evocato le proprie dimissioni. Un fatto è chiaro: Conte non vuole farsi logorare dagli scontri quotidiani tra Luigi Di Maio e Salvini. “Non mi presto a vivacchiare a galleggiare. E sono pronto a dimettermi”.

Il capo del governo ha fissato i “paletti”. Non accetterà più ingerenze dei ministri in aree non di loro competenza. E ha ribadito che le regole dell’Ue devono essere rispettate. “Una procedura ci farebbe molto male. La prossima manovra dovrà mantenere un equilibrio dei conti perché le regole europee rimangono in vigore finché non riusciremo a cambiarle”.

Conte non fissa una data per l’ultimatum. Ma agli alleati riottosi chiede “una risposta chiara e rapida”. A caldo, Salvini aveva detto di volere andare “avanti se tutti mantengono la parola. Non abbiamo tempo da perdere”.

Conte ha difeso il “governo del cambiamento”, ma ha evidenziato la necessità di una “Fase 2”. “Il primo giugno 2018 – ha ricordato – c’era molto scetticismo su di noi, anche perché alla base della nostra azione c’era un contratto. Ma c’era scetticismo anche su di me, perché non avevo alle spalle una mia forza politica. Io ho giurato fedeltà solo alla nazione, la fedeltà alla Repubblica è stata e sarà sempre il mio faro”. Poi ha ringraziato il capo dello Stato Sergio Mattarella e i parlamentari di maggioranza.

“In questo anno – ha rivendicato Conte – abbiamo realizzato misure per rispondere soprattutto alle esigenze sociali dei cittadini, da quota cento al reddito di cittadinanza”. Dopodiché, ha assicurato che l’Iva non aumenterà, pur ammettendo che la manovra sarà complessa.  “Il mio motto – ha detto – è sobri nelle parole e operosi nelle azioni. Ma se continuiamo nelle provocazioni per mezzo di veline quotidiane, nelle freddure a mezzo social, non possiamo lavorare. I perenni costanti conflitti comunicativi pregiudicano la concentrazione sul lavoro”.

Conte ha ammesso di non poter fornire garanzie rispetto alla durata del governo. “È compito delle forze politiche decidere se far proseguire e come l’azione di governo. Chiedo una risposta chiara inequivoca e rapida. Il Paese non può attendere”.

La reazione di Luigi Di Maio è molto articolata ma di “retroguardia”. “Il Movimento 5 stelle – ha scritto su Facebook – è la prima forza politica di maggioranza e ha sempre sostenuto questo governo. Lo abbiamo sempre fatto lealmente e crediamo che ci sia ancora tanto da fare e soprattutto un contratto da rispettare. Noi siamo leali, vogliamo metterci subito al lavoro e crediamo che i fatti siano la migliore risposta in questo momento”.

Per il leader grillino, “ci sono due cose importanti dal punto di vista umano: chiedo finiscano gli attacchi ai ministri del Movimento 5 Stelle, rispettando il lavoro di ognuno e, siccome nel contratto c’è ancora tantissimo da fare, non è certamente il momento per proporre temi divisivi mai condivisi fuori dal contratto”.

In ogni caso, per Di Maio, “questa è l’unica maggioranza possibile e che può servire meglio il Paese. Andiamo avanti con lealtà e coerenza. Dobbiamo cambiare ancora tante cose”.

Il leader del Pd Nicola Zingaretti, commentando il discorso del premier, ha detto che “Conte ha ammesso la paralisi, il disastro e il fallimento del suo governo che noi denunciamo da settimane. Tutto questo ha un costo immenso per il Paese che drammaticamente stanno pagando gli italiani. Ciò che Conte non ha detto è il bilancio disastroso di questi 12 mesi di governo giallo verde e che vede oggi un Paese che ha più debiti, meno crescita, meno lavoro e meno investimenti. Il governo ha reso più poveri milioni di italiani, lavoratori, operai, pensionato colpiti dalle chiacchiere ma in realtà lasciati soli”.

Aggiornato il 03 giugno 2019 alle ore 23:10