Eroina per caso

Sull’immigrazione, che è un problema grave, a completare il quadro ci mancava solo la categoria degli eroi per caso.

Insomma, sul tema dopo gli ipocriti, gli opportunisti, i menefreghisti e gli scafisti ci mancava solo l’aggiunta dei capitani coraggiosi degli eroi per caso. Parliamoci chiaro, se Carola Rackete, la comandante radical chic per sua stessa ammissione, fosse stata di fronte alle spiagge australiane, col cavolo che avrebbe forzato il blocco, altro che coraggio. La tedesca invece sa bene che da noi c’è il Papa, ci sono i cattocomunisti, i radical chic, ci sono le truppe da sbarco del Partito Democratico e gli intellettuali falce e cervello che l’avrebbero difesa. Infatti così è andata.

Guardate qui non si tratta di attaccare Matteo Salvini; si tratta, comunque la si veda, di regole da rispettare e leggi da attendere, perché, piaccia o meno, regole e leggi sul tema ci vogliono eccome. Ecco dove nasce l’ipocrisia della Chiesa, delle braccia aperte, della tolleranza politica in cambio di consenso e di favore. Del resto basterebbe ricordare le dichiarazioni del ministro Bonino sulla linea dei governi di centrosinistra, oramai tirare in ballo l’Europa è stomachevole, si sa bene che l’Europa esiste solo per la finanza e per l’economia. L’Europa, di noi, dei barconi, delle ong, delle guerre in Africa se ne frega, all’asse franco tedesco interessano solo il petrolio libico e gli scambi commerciali, lo sfruttamento insomma, del resto chi volle l’uccisione di Gheddafi?

Smettiamolo dunque di tirare in ballo un’Europa che non c’è, altro che sogno europeo di solidarietà, generosità, fraternità, figuriamoci, nella Ue non vogliono condividere il debito, immaginate il costo dell’immigrazione. Oltretutto a domanda, i partner risponderebbero di aver fatto la loro sulla accoglienza, il resto tocca a noi, ecco perché se ne infischiano, respingono e ci rispediscono chiunque per direttissima. Per questo servono regole nostre, servono leggi da rispettare, serve un denominatore comune codificato, altrimenti che vogliamo fare, applaudire Carola?

Vogliamo magnificarla così da domani ne verranno altre per ritirare la medaglia al valor civile? Oppure vogliamo seguire la legge per una violazione grave, per un comportamento consapevole e palese, che va contro le norme di un Paese? Dopodiché l’altra ipocrisia è quella sulla esiguità del caso, parlare di eccezione per 42 persone diventa un gioco, in Italia a trasformare l’eccezione in regola ci vuole niente, 42 per 100 ,1000 volte diventa una marea.

Come se non bastasse si trascura il lato più importante, il dramma di questa gente che fugge da una disperazione inconsapevole di cacciarsi in un altro dramma, perché per come siamo messi queste persone finiscono in mano alla criminalità, allo sfruttamento, allo sbando. Per predicare l’accoglienza bisogna essere attrezzati, organizzati, strutturati, gli immigrati infatti andrebbero formati, accolti ed integrati, con dignità, adeguatezza e civiltà, non sbattuti in favelas, accampamenti da Medioevo, abbandonati alle grinfie della delinquenza, come succede. Travasare l’Africa in Europa, in Italia, è una idiozia, una ipocrisia che non tiene; per risolvere questo dramma serve altro, e nemmeno l’Europa basta, ci vuole il mondo. Un tavolo mondiale, una Bretton Woods sull’Africa, sull’immigrazione, solo così si potrà affrontare il futuro e lo sviluppo di quelle regioni, se lo proponessimo e con vigore, caro Salvini, sarebbe il gesto migliore.

Aggiornato il 27 giugno 2019 alle ore 11:32