Li pagheremo noi

Più che i soldi, hanno trovato il modo di farceli pagare i miliardi necessari alla manovra finanziaria; perché sia chiaro, ammesso che l’Europa conceda la cifra record di 14 miliardi, il resto per arrivare a 30, tra nuove tasse e rimodulazione dell’Iva, lo toglieranno dalle tasche della gente.

Insomma, dalle parti di Palazzo Chigi oramai le parole in libertà si sprecano, siamo passati dall’anno bellissimo al far volare l’Italia, dall’annuncio nottetempo che si è scovato il malloppo di 23 miliardi alla dichiarazione che addirittura l’Iva diminuirà. Per farla breve, è arrivata la Befana.

Bene, anzi male, a parte che la flessibilità non sarà un regalo ma un debito, sull’Iva si è fatto il più grande gioco di parole della storia, sia perché sulle aliquote non c’è libertà di azione visto che l’imposta è comunitaria, sia perché il fine è quello di aumentare il gettito, punto. Ecco perché diciamo che pagheremo noi e la sterilizzazione dell’Iva avverrà con l’utilizzo della parola magica per intortarci: rimodulazione, una sorta di ammuina borbonica, da poppa a prua, da sotto a sopra, dal basso all’alto, et voilà, l’incasso crescerà. Non solo crescerà il gettito dell’Iva, ma lo farà anche per via di un sistema che solo la sinistra può inventare, cervellotico e illiberale, una tassa mascherata sul contante e un premio da lotteria sulla moneta bancaria equivalente. Una guerra alle zecche e un regalo alle banche, è questo il futuro.

Si tratta di un modo così complicato che a dire come avverrà nessuno si è azzardato, per questo girano voci sia sulla befana che sulla restituzione, sullo sconto e sulla penalizzazione; insomma, siamo alla sciarada della rimodulazione e del disincentivo del contante per la popolazione. Oltretutto a proposito di tasse in più che pagheremo, tra le pieghe del Nadef si è inserito il rinnovo del catasto immobiliare, il metodo più antico per poterci spennare, visto che per la sinistra la casa è l’ossessione per martellare sulla tassazione. Come se non bastasse ci saranno rimodulazioni, la parola magica la sfruttano per tutto, sulle agevolazioni e sulle detrazioni fiscali; in parole povere più tasse con la scusa delle tutele ambientali.

Del resto questo Governo si è scoperto Verde, i grillini poi non ne parliamo, amante dell’ambiente, dei parchi e del decoro, basterebbe girare per Roma per capire quanto sia vero. La realtà è che ci vogliono intortare con giri di parole, sulla finanziaria l’unica certezza, flessibilità a parte, è che a pagare saranno gli italiani, il dubbio semmai resta sul quanto, visto che per quadrare i conti mancano all’appello un po’ di miliardi che non sanno a chi intestare. Perché sia chiaro, la sinistra la legge di stabilità la fa per sottrazione, dove trova un meno mette un più dall’altra parte, dove c’è un passivo infila un attivo equivalente, se mancano 3 miliardi li trovano con la privatizzazione, se ne mancano 7 verranno dalla lotta all’evasione, cifre in libertà et voilà. Ecco perché non hanno mai azzeccato una finanziaria, un documento di previsione ma risolto con l’aumento della tassazione, confidando nella manovra correttiva, nell’aggiustamento del bilancio con lo sforamento del deficit e del debito. Del resto hanno scippato le elezioni promettendo che l’Iva sarebbe rimasta tale e quale, che sarebbe sceso eccome il cuneo fiscale, stimolati gli investimenti e ridotta l’imposizione, favorita la crescita con una manovra espansiva, e invece stanno nel pallone per come incrementare la tassazione.

Alla faccia dello choc fiscale promesso dai grillini, dell’abbattimento bidirezionale del costo del lavoro, del turbo all’intrapresa e della revisione della spesa, faranno l’esatto contrario come sempre è stato, del resto per la sinistra la politica dell’inganno è un fatto conclamato.

Aggiornato il 01 ottobre 2019 alle ore 12:48