La Destra liberale italiana riparte da Roma

La Destra liberale italiana riparte da Roma. L’occasione è dettata da un affollato convegno che ha preso il via oggi all’Hotel Parco dei Principi. L’associazione politico-culturale è promossa dal direttore de L’Opinione delle Libertà Arturo Diaconale, dal deputato della Lega Giuseppe Basini, da Alessandro Sacchi dell’Unione monarchica italiana e da Michele Gelardi, presidente di Stato Minimo.

Diaconale ha salutato i numerosi professionisti, imprenditori e intellettuali intervenuti nella Sala Sforza. “Fate parte – ha detto il direttore rivolgendosi agli astanti – di una società civile di alta qualità che crede nei valori delle libertà e che non vuole morire nella comunità delle sinistre stataliste e del populismo giustizialista ed autoritario”. Diaconale ha ricordato il ruolo de L’Opinione dai tempi del Conte Camillo Benso di Cavour agli anni della Seconda Repubblica, mostrando due prime pagine storiche. Quella del 18 marzo 1861 e quella del 28 marzo 1994.

Secondo Diaconale, “occorre dare vita ad una destra liberale in piena sintonia e collaborazione con le altre destre. Che non abbia come tratto caratteristico quello di una moderazione divenuta sinonimo di passività di una sinistra che non ha più motivazioni oltre quella della rabbiosa nostalgia per il potere frenante. Ma che sia liberale, liberista e libertaria in maniera intransigente. Che sia laicariformista e riformatrice senza remore di sorta. Che non possa non dirsi crocianamente cristiana ma che non abbia timori reverenziali nel criticare la svolta pauperista e terzomondista di una Chiesa che detesta la modernità occidentale e costituisce un ostacolo oggettivo alla speranza di una Europa unita e di una Italia artefice del proprio destino. Che difenda i valori cristiani della solidarietà e della misericordia ma che non dimentichi l’esistenza nel messaggio di Cristo del perdono e dell’amore. Che non si appiattisca su un europeismo di maniera politicamente corretto ma si batta con decisione per gli Stati Uniti d’Europa sul modello degli Stati Uniti d’America. Che sia strenua nemica dello statalismo burocratico che umilia e schiaccia l’individuo riportandolo alla condizione di suddito servitore delle epoche passate. Che, nel rispetto dell’uguaglianza dei diritti e dei punti di partenza, difenda ad oltranza le differenze del merito, delle competenze, delle capacità e delle conoscenze”.

Secondo Giuseppe Basini, “c’è da essere fortemente preoccupati e spinti all’azione per una destra unita e d’impronta liberale, dalla ormai chiara involuzione della sinistra occidentale, che, pur tra mille contraddizioni, sta assumendo quasi le caratteristiche di quella rabbiosa intolleranza che fu propria del comunismo e senza nemmeno la sua, seppur rozza e totalitaria, fiducia nel progresso”.

Secondo l’europarlamentare della Lega Cinzia Bonfrisco, “il Carroccio è il naturale alleato della Destra liberale italiana”. Michele Gelardi, invoca la “necessità di una Costituente che salvi l’Italia da una deriva inimmaginabile solo dieci anni fa”. Poi Gelardi ricorda i riferimenti politico-economici della destra liberale: da Friedrich von Hayek a Ludwig von Mises, da Margaret Thatcher agli economisti della Scuola di Chicago”. Secondo Gelardi, “quando i liberisti vanno al governo, il Pil sale. Quando il governo è guidato dai socialcomunisti, il Pil crolla”. Il presidente di Stato Minimo sostiene che il “liberalismo trovi la sua espressione in un ambito in cui le consuetudini diventano legge e non quando sono imposte dallo Stato”. Per Andrea Mancia, vicedirettore de L’Opiniondelle Libertà, “in Italia non ci siamo mai avvicinati al liberismo, figuriamoci al neoliberismo. Sono le nuove generazioni il problema. Per queste ragioni, è opportuno riuscire a parlare ai giovani”.

Andrea Bernaudo, presidente di Liberisti italiani (l’evoluzione dell’associazione Sos Partita Iva ha ormai superato i mille iscritti) ha insistito, invece, sulla necessità che la Destra liberale lavori sotto il profilo culturale, per intercettare i consensi delle nuove generazioni, oltre che quelli di una classe produttiva sempre più vessata da fisco e burocrazia. “Secondo noi – ha sottolineato Bernaudo – oggi essere sovranisti in Italia vuol dire parlare di sovranismo fiscale. Il modello è quello degli Stati Uniti. È giusto che ogni Paese abbia la possibilità di utilizzare la leva fiscale in concorrenza con gli altri”.    

Secondo il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, “oggi c’è una leadership sul campo conquistata da Matteo Salvini nel centrodestra. Purtroppo, noi stiamo vivendo una “Fiuggi” al contrario. La destra allora si mise in discussione e così nacque Alleanza nazionale. Ma senza la discesa in campo di Silvio Berlusconi il centrodestra in Italia non sarebbe nato”. Per Gasparri, “la Lega oggi ha un onere: tenere unito il centrodestra. Quando abbiamo perso è accaduto solo perché ci siamo divisi. Per pensare di vincere alle prossime Politiche bisogna avere l’ambizione dell’unità. Chi ha più numeri deve unire”. Poi Gasparri lancia un duro attacco a Beppe Grillo: “La sua idea di togliere il voto agli anziani è sconcertante. Quel comico è un miserabile”.

Per il deputato della Lega Riccardo Molinari, “oggi serve uno Stato che serva i cittadini e non sia asservito a interessi terzi”. Il plenipotenziario leghista Giancarlo Giorgetti, ha spostato l’attenzione sulle due super potenze di oggi: Cina e Stati Uniti. “Ma non c’è dubbio: io guardo a Washington, esempio di libertà. E non a Pechino”.   

Nella sua conclusione, Diaconale, rivendica “un progetto sempre e comunque alternativo alla sinistra. C’è una sola strada per i liberali: aggregarli a destra. Un fatto è certo, non vogliamo fare un partito”.

 

 

 

 

Aggiornato il 21 ottobre 2019 alle ore 13:25