Cosa cambia se cambia?

Concluse da poco, le regionali dell’Emilia Romagna e della Calabria hanno visto mantenere le posizioni dell’una e cambiare quelle dell’altra; ma cosa cambia se cambia?

In questi giorni, ho avuto modo di sentire una battuta simpatica ma anche realista. Essa recita che è davvero affascinante ciò che oggi si sa fare per eliminare certi elementi nocivi da molti prodotti di normale utilizzo. Per esempio, si sa eliminare la nicotina dalle sigarette, il piombo dalla benzina, il glutine dalla farina, dalla pizza e dalla pasta alimentare, il lattosio dal latte e molte altre sostanze più o meno nocive, da infiniti prodotti che s’impiegano normalmente in ogni settore ma, poffarbacco, è possibile che non si sappia ancora eliminare l’inconcludenza dalla politica? 

Spesso chiassose, teatrali e prive d’ogni contenuto utile, le nostre campagne elettorali sono un po’ come delle vendite ambulanti di cibi maleodoranti e dannosi tra cui si deve comunque scegliere perché non offrono altro. Inoltre, esse tentano di avallare detti insostenibili ‘cibi’, con enfatiche presentazioni che puntano a trasformare in pregio ogni loro difetto, nonché a osannare qualità che non posseggono. Partiti politici, partitucoli dai nomi anche ridicoli, liste civiche e ostenti d’ogni vanità e personalismo sono ormai l’ufficializzazione dello squallore raggiunto da molti di coloro che si propongono come riferimento politico della cosiddetta democrazia rappresentativa. Beh, in verità essi sono rappresentativi, ma solo dell’ormai annosa incapacità popolare di organizzare strategie di rivalsa politica efficaci.

Oggi, purtroppo, capita che le competizioni elettorali siano una sorta di coreografica corsa affollata da parassiti, moraleggianti, individualisti, megalomani, ignoranti, chiassosi e recitanti che senza il decadimento in pieno corso della politica e senza l’aiuto di certa informazione che dà spazio alla loro inconsistenza, non avrebbero alcun altro mestiere per vivere. Come accade da troppo tempo, anche in ordine alla tornata elettorale appena conclusa, ogni recitante che ha partecipato continua a ripetere d’aver sostanzialmente vinto e di essere fiero dei risultati ottenuti. La generale insufficienza della vita che ci circonda testimonia i nostri infiniti errori ma, almeno in fatto di politica, noi perseveriamo nell’enunciare come illuminata e assoluta ogni nostra valutazione. La smettiamo di farci suggestionare dai cantori del nulla? Ritorniamo all’intelligenza e alla dignità di un popolo che sa capire?

Il potere politico italiano ‘ci sa proprio fare’. Piaccia o no, interviene nella vita di tutti i cittadini e non evita né prepotenze né vessazioni; si erge su una falsa democrazia che però chiama democrazia; svilisce in modo ingannevole l’istituto del voto; induce a strategie di rivalsa popolare totalmente inefficaci; fa sentire come meritevoli i chiassosi e i sedicenti apolitici e vota ogni balzello per elargirsi privilegi e prebende sempre maggiori… nessun impostore fu mai più illusionista.

Aggiornato il 30 gennaio 2020 alle ore 11:42