A mandarli via ci penserà il Paese

Uscendo dallo schema, opposizione versus maggioranza, che normalmente rappresenta il quadro del Paese, quello che il Governo non ha capito, è che stavolta sarà il Paese a costringerlo alla fuga e alla ritirata in fretta e furia. Del resto più volte abbiamo scritto di una opposizione, Matteo Salvini, Giorgia Meloni, Silvio Berlusconi troppo conciliante rispetto all’incapacità, all’arroganza e all’ignoranza sulle urgenze per la crisi, del Conte bis, come più volte abbiamo ricordato che a parti invertite, la sinistra avrebbe fatto fuoco e fiamme ovunque. In realtà per dirla tutta a parti invertite siamo sicuri che a settembre scorso ci avrebbero mandati al voto, nel senso che se i sondaggi fossero stati in modo schiacciante a favore degli eredi di Palmiro Togliatti, dei cattocomunisti e dei grillini, le camere si sarebbero sciolte eccome. In quel caso sarebbe venuta fuori l’indicazione costituzionale sulla necessità dell’armonia e della coerenza con la volontà sovrana e popolare, sull’importanza di un filo diretto fra maggioranza politica e corpo elettorale, insomma ci avrebbero mandati alle urne. Per farla breve se il centrodestra si fosse trovato nelle stesse condizioni dei grillini col Pci-Pds-Ds-Pd, sarebbe partita una fila di fuoco dai giornali, televisioni, intellettuali, sindacati, radical chic, per non dire ciò che la sinistra avrebbe fatto in parlamento, tale per cui non ci sarebbe stato alcun governo posticcio. Ecco perché spesso abbiamo rimproverato Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, di un comportamento politicamente debole verso quella forzatura sia costituzionale sia fattuale che ha condotto alla nascita dei giallorossi e dello sfascio economico e sociale che viviamo e che vediamo in questi mesi.

Anche perché era evidente che un esecutivo nato così, composto così, guidato dallo stesso premier che era stato artefice dello sbaglio gialloverde precedente, non solo non avrebbe portato a niente ma al contrario sarebbe stato il comburente più efficace per amplificare la gravità della crisi. Tanto è vero che da allora ad ora il Governo si è dimostrato tanto incapace e misero nelle scelte, nei provvedimenti e negli interventi per contrastare ed affrontare adeguatamente la crisi economica e sociale da Covid-19, che oggi il Paese è una polveriera, una santa barbara con la miccia accesa. Del resto da ogni istituto di ricerca nazionale e non, escono dati e previsioni tragici per il 2020, più del 35 per cento delle piccole e medie imprese rischia il fallimento, un milione di lavoratori il licenziamento, il reddito è a precipizio come la liquidità, il Pil scenderà al meno 12, siamo in assoluto i peggiori in Europa. Insomma alla faccia dei provvedimenti poderosi, degli interventi da portare negli annali, del modello che tutti copiano per concretezza, degli show per annunciare al mondo capacità e bravura, genialità e puntualità, l’unico primato è la rabbia del mondo del lavoro, della produzione, dagli artigiani, alle Partite Iva, alle aziende piccole e grandi, commercianti, albergatori, singoli operatori, tutti furibondi col Governo.

Per non parlare della gente comune, dell’universo che non è statale, perché, sia chiaro, il Governo ha pensato di frantumare ogni forma di equità, morale, economica, lasciando al caldo del bonifico mensile gli impiegati pubblici e sul rischio del lastrico i privati, senza intervenire minimamente per un travaso temporaneo del tutto verso il niente, alla faccia della stabilità sociale. Ecco perché diciamo che alla fine dell’estate quando i nodi dell’incapacità e dell’incoscienza di Governo e maggioranza verranno al pettine, verrà a galla la dimensione degli sbagli sui decreti, quando il Paese reale non sarà in grado di pagare tasse, bollette, costi, stipendi, contributi, e partiranno licenziamenti, chiusure e libri in tribunale, si scatenerà un caos infernale dal nord al sud. Ci sarà una reazione tale alla scriteriatezza di un Governo improduttivo come il mondo statale e assistenziale che tutela, da obbligarlo alle dimissioni per evitare il peggio, quel peggio che si poteva e doveva evitare lasciando che il Paese andasse a votare liberamente come democrazia insegna e ammonisce. A buon intenditor, poche parole...

Aggiornato il 09 luglio 2020 alle ore 11:26