Cerchiamo di non credere ancora alle favole

Leggendo il Decreto Legge Semplificazioni si scopre una serie di norme che, devo essere sincero, non convincono in alcun modo sulla reale capacità di incidere sulla velocizzazione e sullo snellimento delle procedure; ma il vero “giallo”, il vero punto critico è la divulgazione di un elenco di opere prioritarie con un quadro in cui si elencano il valore globale di tali interventi e le coperture relative. Nessuno però ci dice chi le ha scelte, chi le ha condivise, chi le ha approvate formalmente e, entrando nel merito, non si comprende quali siano i cantieri che si aprono e, per questo motivo, ho tentato anche di fare una attenta analisi, intervento per intervento in particolare di quelli ritenuti più urgenti, e, purtroppo, sono pervenuto ad una triste conclusione: escluso i lavori già affidati e quindi già in corso di esecuzione come a titolo di esempio l’asse ferroviario ad alta velocità Genova-Milano (Terzo Valico dei Giovi), l’asse ferroviario ad Alta velocità Brescia-Verona, il nodo ferroviario di Firenze, le linee metropolitane M4 a Milano e Linea C a Roma e la linea ferroviaria ad Alta velocità Napoli-Bari, pochissime, ribadisco pochissime altre opere dispongono di un livello progettuale ed autorizzativo tale da essere cantierate. Cerchiamo però innanzitutto di chiarire il primo giallo, cioè cerchiamo di capire chi ha approvato l’elenco delle opere prioritarie. A tal proposito alcuni capi di gabinetto, al seguito dei rispettivi ministri, in occasione del Consiglio che ha varato (salvo intese) il Decreto legge “Semplificazione”, avevano appreso che l’elenco delle possibili opere sarebbe stato prodotto entro 30 giorni dalla pubblicazione del Dl sulla Gazzetta Ufficiale; invece inaspettatamente la ministra Paola De Micheli ha pubblicato subito l’intero quadro degli interventi. Nasce, quindi, spontanea una serie di interrogativi: tale elenco è stato approvato dalla Conferenza Stato-Regioni? Tale elenco è stato approvato dal Cipe? Tale elenco, supportato da un quadro “fonti-impieghi”, è stato condiviso formalmente con apposito atto formale dal ministero dell’Economia e delle Finanze? Se tutto questo non è avvenuto allora trattasi solo di una conferma di scelte del passato, è, a tutti gli effetti, una ratifica di quel Programma delle Infrastrutture Strategiche previsto dalla Legge Obiettivo che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio aveva nel 2015 bloccato ed il Movimento 5 Stelle, sempre nel 2015, aveva definito un regalo ai costruttori per la maggior parte corruttori e al tempo stesso una cementificazione assurda del Paese. Allora, come ho detto in miei precedenti blog, mi sento davvero lusingato da questa sconvolgente conversione. Dopo il blocco di cinque anni, penso che la conferma o le piccole e grandi variazioni andassero, quanto meno, approvate dalla Conferenza Stato-Regioni. Ricordo in proposito che ancora il Titolo V della Costituzione è vigente.

Ora, invece, entriamo nell’analisi degli interventi che si sono ritenuti prioritari e che addirittura andrebbero commissariati proprio per essere cantierati subito e vediamo, invece, quale sia la carica di cantierabilità che ognuno di essi possieda; questa prima analisi ha portato alla redazione del seguente quadro:

Questo quadro denuncia che solo 4-5 opere sono cantierate o di imminente cantierizzazione nel prossimo semestre il resto o lo diverrà fra un anno e mezzo o, anche con gli snellimenti previsti nel Decreto legge “Semplificazione” fra 24-36-48 mesi.

 Io sono anziano, invece i ministri dell’attuale compagine di Governo sono tutti giovani quindi fra due, tre, quattro anni potranno verificare l’attendibilità delle mie previsioni che, voglio precisarlo, sono addirittura ottimistiche.

Ebbene, non vorrei, dopo questa mia nota sentire, da parte di qualche membro dell’attuale compagine di Governo, dichiarazioni tipo: “Ma almeno con questo Decreto Legge riparte la macchina delle opere pubbliche”. Simili dichiarazioni non le accetterei perché il blocco è stato fatto prima dal Partito Democratico nel 2015, poi dal Movimento 5 Stelle e infine dal Partito Democratico e dal Movimento 5 Stelle nel 2019 insieme nell’attuale compagine di Governo. Questa grave responsabilità, devo essere sincero, è imperdonabile e, ancora più grave, è questa immotivata corsa a raccontare un processo di investimenti e di concreti avvii a realizzazione per ora solo teorica, solo per ora priva di ogni consistenza procedurale, priva di ogni misurabile copertura finanziaria. In merito alla copertura finanziaria ritengo ancora una volta opportuno rivolgere un consiglio alla ministra De Micheli: dica ai suoi consiglieri di non darle informazioni inesatte sulla disponibilità delle risorse; voglio solo ricordare che la tabella che è stata diramata dal Dicastero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che riporto di seguito:

purtroppo, continua a riportare, come assegnate, risorse per 129,6 miliardi di euro quando, come più volte ricordato, in base al Decreto legislativo 93 del 2016 dobbiamo ragionare solo per “cassa” e quindi sono disponibili solo le risorse dell’annualità o al massimo quelle del triennio e quindi sarebbe opportuno evitare di annunciare per assegnate e disponibili risorse che invece lo saranno forse soltanto nel tempo Europa permettendo.

(*) Tratto dalle Stanze di Ercole

Aggiornato il 10 luglio 2020 alle ore 16:11