Berlinguer lasciamolo alla Sinistra

La Lega apre la propria sede a Roma in via delle Botteghe Oscure e manco a farlo apposta, o forse sì, proprio di fronte all’edificio che ha ospitato per una vita il quartier generale del Partito Comunista Italiano.

Questa scelta deve aver infastidito più di un erede o nostalgico del Pci, anche perché, si sa, i compagni rimangono attaccati a determinati feticci e persino alcune zone della Capitale, fosse solo per loro, dovrebbero essere interdette alla destra e considerate patrimonio inviolabile della sinistra, come, appunto, Botteghe Oscure e Piazza San Giovanni, ovvero il luogo delle adunate comuniste ai tempi di Enrico Berlinguer.

Al netto del sinistro piagnisteo, è evidente come la via della storica sede comunista sia un luogo come tutti gli altri dove chiunque, Lega compresa, può affittare o acquistare locali. Ma Matteo Salvini ha fatto ben di peggio di fronte ai figli e ai nipoti del Partito comunista, caduti in preda a forti convulsioni, perché, oltre ad irrompere nella “sacra” strada del comunismo italiano, ha avuto l’ardire di sostenere che i valori della sinistra di Berlinguer siano stati raccolti dalla Lega. Come minimo, per chi ancora conserva un ricordo struggente della falce e del martello, si è trattato di lesa maestà, ed infatti non si è fatta attendere l’indignazione di Nicola Zingaretti e di tanti altri.

È divertente assistere allo sdegno dei compagni rosé di oggi, quasi increduli e smarriti dinanzi all’audacia salviniana, ma chi scrive vorrebbe consigliare a Matteo Salvini di lasciar perdere Enrico Berlinguer, e certamente per ragioni molto diverse rispetto a quelle di Zingaretti e Nicola Fratoianni. Lo storico segretario comunista viene tuttora ricordato come un grande e carismatico leader, per molti versi inimitabile. Berlinguer apparteneva senz’altro ad un’epoca nella quale i principali esponenti della politica, rispetto a quelli contemporanei, erano più sobri, conducevano in molti casi una vita austera, improvvisavano meno e si trovavano ad essere assai più preparati durante i vertici in patria e all’estero, ma queste qualità non si riscontravano solo nel segretario del Pci. Potremmo fare numerosi esempi, da Giorgio Almirante a Ugo La Malfa, Aldo Moro e molti altri, eppure la sinistra ha imposto il mito di Berlinguer, il più democratico ed onesto di tutti. Fu un leader di uno spessore incontestabile e morì compiendo il proprio dovere sino alla fine (portare a conclusione un comizio con un ictus addosso non è roba da tutti), ma accanto al rispetto umano sarebbe bene, almeno da destra, evitare di mitizzare le sue posizioni di allora.

Quasi sicuramente Salvini intendeva affermare come la Lega, al pari dei conservatorismi divenuti popolari di Ronald Reagan e Margareth Thatcher, raccolga il consenso di quelle fasce di lavoratori che un tempo erano prerogativa della sinistra, ma bisognerebbe fare a meno di alimentare il richiamo alla figura politica di Enrico Berlinguer come se egli fosse stato un qualcosa di superiore ai comuni mortali. Di certo la sua eredità non ha nulla a che spartire con nessun tipo di possibile centrodestra, più o meno sovranista o più o meno conservatore-liberale.

Il compromesso storico fra Democrazia Cristiana e Partito comunista, perseguito in primo luogo da Berlinguer e poi da Aldo Moro, subì una battuta d’arresto con l’uccisione di quest’ultimo da parte delle Brigate Rosse, ma diede vita ad un lunghissimo periodo di potere consociativo che ha permesso al Pci di infiltrarsi in numerosi gangli vitali dello Stato pur rimanendo formalmente all’opposizione.

Se l’Italia è diventata un Moloch indebitato, statalista e burocratico, tuttora difficile da riformare, ciò lo si deve alla collaborazione più o meno sottobanco fra forze democratico-cristiane e forze comuniste, tanto voluta da Enrico Berlinguer. La cosiddetta “questione morale”, altro tema caro al segretario del Pci, ha consentito ai comunisti di colonizzare e politicizzare la magistratura, e di utilizzare questa istituzione per eliminare l’avversario politico più ingombrante. Bettino Craxi e Silvio Berlusconi ne sono stati le vittime più importanti, e proprio Matteo Salvini rischia di essere il prossimo bersaglio. In questo periodo sta venendo fuori tutto il marcio possibile circa le deviazioni politiche di parte della magistratura, dal caso Palamara all’ormai provato disegno di distruzione della leadership di Berlusconi.

Berlinguer cercava di distanziarsi dall’Urss e parlava di eurocomunismo, ma allo stesso tempo si opponeva agli euromissili, voluti invece da Craxi per mantenere l’Italia nella sfera atlantica e in una posizione sicura rispetto all’offensiva sovietica. Insomma, per chi sta a destra o centrodestra, è più salutare il ricordo dei valori lasciati in eredità da Margareth Thatcher.

Aggiornato il 10 luglio 2020 alle ore 14:28