Vergogna, hanno creato una polveriera

Sia chiaro se fossimo stati un Paese normale, una democrazia anglosassone per esempio, un governo così non sarebbe nato, non solo perché la carta non lo imponeva e chi dice il contrario è in malafede oppure trascura i precedenti costituzionali, ma ammesso che lo fosse, sarebbe stato mandato a casa già da un bel po’, punto.

Insomma quello che succede purtroppo nel Paese è né più né meno ciò che da mesi scriviamo, il risultato di una serie di idiozie politiche dei provvedimenti presi a fronte della pandemia, che anziché risolvere e contrastare la crisi dell’economia l’hanno aggravata e peggiorata.

Ecco perché c’è stato un coro di avvertimenti su quello che sarebbe accaduto alla fine dell’estate inizio dell’autunno, ancora di più, perché la cosiddetta seconda ondata era stata annunciata da un esecutivo che evidentemente disponeva del lume predittivo.

Dunque i giallorossi non solo non hanno scuse per nascondere le scelleratezze compiute nei Dpcm, ma quelle scuse dovrebbero chiederle con la cenere in testa, a tutti gli italiani che in questi mesi sono stati presi in giro da promesse e garanzie, con annunci trionfali dal sapore dell’impero, sulla straordinarietà e l’efficacia di interventi salvifici che sarebbero passati alla storia.

Del resto come dimenticare le dirette del premier con le quali assicurava questo e quello, la capacità di fuoco per il contrasto alla crisi come non si era mai vista, le promesse che tutto sarebbe andato bene, nessuno trascurato e che l’Italia fosse il Paese più invidiato e copiato al mondo, alla faccia.

Dopodiché, inutile ricordare quello che in realtà è accaduto da allora ad ora, una roba anche qui che in un Paese normale la rivolta l’avrebbe scatenata molto prima, e molto prima avrebbe costretto il Governo a rassegnare le dimissioni a favore di un nuovo esecutivo in grado veramente di salvare l’Italia e gli italiani.

Eppure da noi non solo si è lasciato che tutto restasse tale e quale, ma si è insistito con gli sbagli e le omissioni, trascurando con arroganza e supponenza ogni proposta delle opposizioni, insomma mai come stavolta si è confermato che sbagliare è umano perseverare è diabolico, a testimonianza di come la sinistra pensi solo al potere e al suo bacino elettorale piuttosto che al bene nazionale, figuriamoci poi quando è alleata coi grillini che per incapacità e ignoranza sono la sciagura di ogni maggioranza.

Tanto è vero quello che scriviamo che nei provvedimenti presi la prima e principale tutela è stata fatta per gli statali, per l’assistenza, reddito di cittadinanza, quota 100, assunzioni pubbliche, cassa integrazione senza un minimo di selezione, fino ad arrivare all’inverosimile di aumentare gli stipendi contrattuali dei dipendenti e dirigenti statali con un impegno di miliardi e miliardi di euro.

Insomma in un momento durante il quale l’apparato privato produttivo per via della chiusura, delle limitazioni, delle difficoltà a fruire di agevolazioni, vede il collasso, subisce un salasso, vive nell’attesa di valanghe di cartelle, rischia di perdere milioni di posti di lavoro, andare ad aumentare gli stipendi degli impiegati e dirigenti dello Stato è una sorta di reato.

Come se non bastasse in questi mesi si è mandato in tv ad annunciare sacrifici e rinunce, chiusure e patimenti, chi da parte dello Stato è strapagato, dal bonifico munifico, parliamo di commissari, vertici degli enti, capi di organismi, istituti e aziende pubbliche, ai quali come per tutti gli statali non è stato chiesto un briciolo di sacrificio nemmeno temporaneo.

Insomma ci vuole un bel coraggio a chiedere rinunce tanto forti da rischiare “feriti e morti” di aziende, commercianti, esercizi, artigiani, partite iva e così via, quando non si possiede nemmeno quel minimo di sensibilità sociale, di garbo solidale, alla partecipazione collettiva per una crisi tanto depressiva.

Con quale faccia si può pretendere che solo una parte del Paese paghi pegno, oltretutto a quella parte che crea fatturato, alza la serranda, fatica e produce con impegno la ricchezza da distribuire che serve anche a pagare gli stipendi di quelli che della crisi nemmeno se ne sono accorti, incredibile davvero.

Qui non si tratta solo di intelligenza politica, di opportunità morale, si tratta di contabilità statale, del buon padre di famiglia, che quando serve stringe la cinghia per tutti, del buon padre che non commetterebbe mai lo sbaglio di tutelare solo alcuni per convenienza opportunismo oppure abbaglio.

Ecco perché nei mesi abbiamo scritto degli errori imperdonabili nei Dpcm e nell’utilizzo del debito ulteriore, parliamoci chiaro con una spesa pubblica che sfiora mille miliardi, piena di eccessi, sprechi, stipendi fuori tetto, elargizioni da Paperoni de’ Paperoni, emolumenti a gogò per presidenti e consiglieri di aziende pubbliche colabrodo, di mille rivoli di uscite sconsiderate, recuperare per quest’anno qualche decina di miliardi da trasferire immediatamente al settore privato doveva essere scontato.

Insomma, non ci riferiamo ai tagli assurdi nel passato ai settori fondamentali dello Stato, ci riferiamo a quelle aziende, enti, istituti, organismi, che viaggiano con 14-15 mensilità, con contratti speciali, privilegi particolari, alle migliaia di consulenti e assistenti, ovviamente ai parlamentari nazionali e regionali, agli arbitrati milionari, ai commissari, ai vertici di mille società sconosciute che non si sa cosa facciano e a cosa servano, ai finanziamenti di iniziative che a declinarle sono lesive del pudore, a stipendi pagati per posti inventati.

Ebbene se a questa enormità di spesa si fosse dato un taglio anche temporaneo, non solo non si sarebbe ridotta alla fame quella gente perché 200000 euro l’anno, è un esempio, oppure 150000 non significa finire per strada, ma messo tutto assieme si sarebbe racimolato un gruzzolo di decine di miliardi di euro che ci avrebbero risparmiato altro debito, svincolati dal mes e consentito un trasferimento a parità di bilancio verso il privato.

Per non parlare del fatto che conto è chiedere al Paese sacrifici collettivi, ma collettivi veri, altro conto è andare in tv a bastonare alcuni lasciando al caldo tutti gli altri, perché è evidente la conseguente rabbia sociale, la spaccatura fra figli e figliastri, la divisione fra cittadini di serie a e serie b, ci chiediamo come sia possibile non rendersene conto, non capire che di poco si vive di niente si muore.

Eppure i giallorossi sono stati capaci anche di questo, di avere una spocchia e un’ignoranza smisurata da non valutare la conseguenza di una solidarietà negata, la reazione di quella parte di nazione che rischia di restare pelle e ossa per l’incoscienza giallorossa, ci chiediamo da quale mente illuminata sia nato l’ultimo Dpcm, quello della goccia che tracima il vaso contro bar, ristoranti, gelaterie, palestre e pizzerie.

In fondo sarebbe bastato copiare dagli altri Paesi, fisco azzerato, fondo perduto, finanziamento immediato, travaso dal pubblico al privato, limitazioni intelligenti non deficienti; insomma, il Covid e le chiusure le stanno subendo ovunque nel mondo ma le misure prese per i soccombenti sono forti, immediate, semplici e sufficienti, altroché reddito, bonus, monopattini, ecoincentivi e impegni fiscali repressivi.

Il risultato è quello che vediamo, un Paese ridotto ad una polveriera, e ancora è niente, perché tra qualche settimana andrà peggio, si susseguiranno fallimenti e licenziamenti per adesso bloccati, si abbasseranno migliaia di serrande, col prodotto interno che anziché alla bugia del meno 9 sparata a vanvera come tutto il resto, piomberà al meno 11, 12 o forse più e sarà l’inferno sociale.

Bisogna togliere di mano il governo ai giallorossi, subito, serve un esecutivo straordinario di persone capaci e competenti, illuminate nelle menti, esperte e preparate in grado di promuovere misure utili e sensate, al posto di quelle scellerate, altrimenti al posto di una catastrofe da Covid che oltretutto è da vedere ce ne sarà una sicura da tracollo dell’economia assieme a quella della democrazia, si chiami Mario Draghi a capo di un esecutivo ampiamente rappresentativo e certamente risolutivo, prima che sia troppo tardi per carità della nazione e per il bene della popolazione.

Aggiornato il 27 ottobre 2020 alle ore 10:37