Legge Salvamare, lo pseudo progresso grillino: assetare di nuovo le isole

La storia è semplice ma non a lieto fine. In un futuro nel quale la risorsa idrica diventa sempre più scarsa, il riuso dell’acqua sarà strategico: l’acqua dissalata sarà un bene prezioso ed il Paese in possesso di questa infrastruttura idrica, più competitivo. Il futuro idrico anzi è già arrivato. Oggi nel mondo si contano più di 20mila impianti di dissalazione con una produzione di 100 milioni di metri cubi al giorno di acqua destinata ad uso civile e produttivo. Impianti che ottengono acqua potabile partendo da acqua di mare o da acqua salmastra e si basano su diverse tecnologie, quella dell’osmosi inversa la prevalente. Una tecnica di approvvigionamento molto diffusa in Australia, negli Usa, nei Paesi del Golfo, ma anche nel Mediterraneo, con Israele e Spagna. I progressi tecnologici hanno consentito di migliorare notevolmente le prestazioni sul piano ambientale (impronta energetica ed emissioni) che ha permesso una larga diffusione anche in Paesi come California e Australia attenti al problema. Con costi sempre più ridotti: recenti contratti per impianti di grande potenzialità indicano infatti costi medi di 0,5 dollari al metro cubo (fonte: Ida Water Security Handbook 2020-2021).

In Europa la parte del leone è della Spagna: usa acqua dissalata per il 6,7 per cento del fabbisogno idrico per uso civile. A Barcellona, ad esempio, l’acqua esce dai rubinetti grazie ad un sistema ibrido costituito da due potabilizzatori e due dissalatori, così da garantire con elevata affidabilità l’acqua potabile a cinque milioni di abitanti e a più di otto milioni di turisti l’anno. In Italia, invece, le acque marine o salmastre rappresentano soltanto lo 0,1 per cento delle fonti di approvvigionamento idrico. Ci sono in tutto una trentina di impianti destinati al settore industriale (chimica e siderurgia) e civili. Presenti in Sicilia e Sardegna, alcune isole minori ed in alcuni tratti di costa (Puglia e Toscana), le installazioni dedicate agli usi civili hanno consentito negli ultimi anni di soppiantare i vecchi sistemi di approvvigionamento tramite navi cisterna. Con un bel risparmio per la collettività. Sostituire l’approvvigionamento idrico via bettolina, con sistemi di dissalazione a osmosi inversa alimentati da un sistema ibrido può abbattere i costi della spesa per il servizio idrico del 65 per cento. Per le sole isole siciliane ciò equivale ad un risparmio di 16,4 milioni di euro rispetto agli attuali 25 milioni di euro annui spesi per la fornitura di acqua. Insomma, anche il nostro Paese, di cui è universalmente apprezzato l’elevato livello di competenze nel comparto impiantistico ed elettromeccanico, potrebbe cogliere un’opportunità di sviluppo anche dal settore della desalinizzazione dell’acqua di mare.

Oggi al Governo in Italia c’è però qualcuno che vuole rilanciare i sistemi più antiquati. Al pari dei monopattini destinati a soppiantare i tram, ecco che i grillini ora vogliono tornare alle navi cisterna o nel più strampalato dei casi, a navi dissalatrici destinate a far lievitare i costi alle stelle. Come? La nuova Legge Salvamare dell’ex generale dei carabinieri Sergio Costa prevede una mazzata burocratica alla dissalazione con impianti fissi. Prevedendo onerosi ed improbabili percorsi burocratici e per l’impresa l’amaro destino come nel gioco dell’oca, di tornare al “via” senza alcun motivo. Nascono una serie di autorizzazioni ambientali speciali ed inutili dimostrazioni di efficienza costi/benefici, tali da limitare o ritardare i nuovi impianti dissalatori. Così i rigoristi grillini al Governo pretendono d’esser più severi delle normative vigenti in altri Paesi europei, nonché delle stesse direttive europee sulla Valutazione d’impatto ambientale. Un inferno. Dalle nuove norme draconiane, chissà perché, restano esentati i padroni delle bettoline o le improbabili navi dissalatrici a peso d’oro, sponsorizzate dall’ex ministro verde, Alfonso Pecoraro Scanio. Il colmo è stata la modalità con cui il dicastero dell’Ambiente ha deciso di appoggiare questa stretta: ha istituito un tavolo di lavoro sulla dissalazione, che ha bellamente ignorato le richieste di audizione delle associazioni impresarie della meccanica e dei gestori impianti. Ma avrebbe dedicato le sue riunioni a disquisire dei tramonti sul mare. Eh, gli italiani: popolo di santi, di eroi e di antichi navigatori della politica.

Aggiornato il 04 dicembre 2020 alle ore 12:01