Verrà un governo-farsa di liquidazione

Comunque vada è una farsa. Sia che finisca con un rimpasto e sia che Giuseppe Conte cada e ci sia un altro Governo. Di sicuro non ci saranno le elezioni e non ci sarà quel Governo di garanzia guidato da una personalità forte, come Mario Draghi, che sarebbe auspicabile. È una farsa perché alle manovre di palazzo Chigi manca il contributo decisivo delle opposizioni e dunque la “finta crisi” è tutta una costruzione all’interno dell’attuale maggioranza. Se ne sono accorti gli opinionisti e si è reso conto il centrodestra del vicolo cieco? Non basta fare il muro al governo del premier, dire sempre “no”, scavare la fossa, far rilevare gli errori, le mancanze e spesso l’abisso giallorosso, perché è diventato un parlare a ruota libera e, oltre tutto, un parlare e scrivere con le ore contate, perché l’attacco a Donald Trump da parte dei social e dei media “politicamente corretti” dimostra che si va verso un pensiero unico sempre più rigido. Occorre reiventare l’opposizione, cambiare schema, uscire dai blocchi del passato e rilanciare una strategia e un’offerta.

Al momento è come se il Parlamento finisse a Matteo Renzi e alla sua Italia Viva e non escludo che sia questa la prospettiva, visto come i democratici sinistri stanno disattivando un peso massimo come Donald Trump e i suoi 75 milioni di votanti repubblicani. E non mi pare che in Italia le cose vadano molto diversamente, visto che Matteo Salvini e Giorgia Meloni contano quasi zero, pur facendo audience. È la strategia rossa: costruirsi un nemico forte, riconoscibile, mediaticamente sovraesposto contro cui attizzare la rivolta estremista. Con Donald Trump è stato così, oltre tutto l’ex presidente Usa ha avuto addosso colonie di complottisti, che fanno pensare a un congegno d’assedio architettato. Ossia, non mi stupisce che l’avversario sfondi il campo nemico per infiltrarlo di personaggi e teorie. In Italia ha funzionato l’etichetta “antifascista sessista e gender”. Sta di fatto che dopo l’uscita agostana del Papeete, quando l’allora ministro dell’Interno leghista buttò per aria un “Governo di patto”, il centrodestra è crollato in una sorta di demonizzazione logorante. Soprattutto Matteo Salvini. Diversa la posizione di Giorgia Meloni, la quale sull’onda dello stratega trumpista Steve Bannon è cresciuta moltissimo nei sondaggi fino a raggiungere la Lega e superare i 5 Stelle, ma anche questo a me sembra un piano.  Tant’è che se non fosse per Silvio Berlusconi, che di tanto in tanto prende posizione in merito ai suoi interessi, il centrodestra non si segnerebbe mai. E questo è inquietante.

Elezioni? Ma quali elezioni! Se evocare “la spallata” ha avuto un senso, adesso è un boomerang. Il centrodestra ha due anni di tempo per organizzare una risposta a ciò che accade in Italia, in Europa e nel mondo, abbandonando lo stile consumato che al momento serve alla sinistra per espandersi. Il vetero anti-comunismo non funziona. Anche perché se poi la stessa destra anti-comunista nella foga di segnarsi si dimostra più radicale di Papa Bergoglio e più estremista delle battaglie di genere di Laura Boldrini, che destra è? Questa è la domanda: che destra c’è oggi? A parte gli scalatori di posizione, ci sono i nostalgici “liberali”, una sorta di cenacolo idealista e un club a numero chiuso, incapace di fare marketing e organizzare una proposta. Eppure, il punto è tutto qui. Lo aveva capito bene il nostro indimenticabile Arturo Diaconale, che osservando la decadenza del sistema puntava a immettere in circolo non percentuali e mosse azzardate, ma principi e valori liberali, i soli con i quali si vince. La nostra Italia e la nostra politica soffrono di un’assenza di idee e di qualità, ma con l’eccezione che gli italiani scontenti e i giovani del futuro sono dall’altra parte delle vecchie barricate, in attesa del dopo Covid che ha segnato un solco tra il prima e dopo. E “il dopo” ha valori antichi, ma declinazioni inedite e financo interpreti e protagonisti che vanno cercati in quella fascia enorme di senza volto e senza rappresentanza. A questo occorre dare risposta, il resto compresi i regimetti sinistri e i neri vituperati è liquidazione del passato.

Aggiornato il 12 gennaio 2021 alle ore 12:48