Comunque sia, andrà sempre peggio

Forse non si è capito che comunque finirà, per noi sarà Conte ter: il diktat franco-tedesco è sempre quello, arrivare al 2023 con la sinistra al governo, col Paese sfiancato e remissivo, soprattutto col centrodestra sgretolato in pezzi tali per cui non potrà più pensare di governare. Parliamoci chiaro, l’Italia è un tassello importante del grande piano pluto-cinese comunista, che è scattato un anno fa col Covid, studiato ad hoc per cambiare il mondo a partire dalla società, mentalità, abitudini, consuetudini e comportamenti economici e sociali della gente.

Del resto, che così fosse si era capito da alcuni segnali inequivocabili, magari sfuggiti all’attenzione. Andiamo per gradi. Il primo segnale è stato il virus che, guarda caso, è nato e scappato proprio dalla Cina, l’unico Paese al mondo impenetrabile a tutto e tutti, dove il comunismo è spietato al massimo. Il secondo segnale strano è stato che allo scoppio del Covid, tranne Donald Trump, il mondo che conta a partire dalla Unione europea se ne è buggerato di inchiodare l’impero celeste alla verità, all’obbligo di controlli. Per capire meglio, all’impegno a ripagare il danno immenso, pena sanzioni, embarghi, emarginazioni ed esclusioni pesantissime, come è accaduto con la Russia. Insomma, se tutto il mondo che conta, con la Ue e gli States in testa, avesse messo con le spalle al muro la Cina, avremmo voluto vederlo Xi Jinping fare spallucce e finta di niente. Del resto, già Trump da solo aveva costretto il dittatore ad abbassare le penne, figuriamoci tutto il mondo assieme. Il terzo segnale è stato quello che contemporaneamente nel pianeta, da nord a sud, anziché attaccare i cinesi per la fuga e le menzogne sul Covid, si è iniziato ad attaccare selvaggiamente Trump nel pieno della campagna elettorale e della pandemia. Un attacco concentrico, potente e costante di insulti, insolenze, calunnie e accuse pur di sostituirlo con un democratico bollito. Una quarta scelta, obbediente e accomodante con la Cina e con gli sponsor. Il quarto segnale è stato quello che, assieme agli attacchi a Trump, anche il premier inglese Boris Johnson, di destra come Donald, ha iniziato a subire una campagna denigratoria per le decisioni sul Covid, sull’immunità di gregge e, guarda caso, l’Inghilterra è uno dei Paesi più infettati e martoriati dal virus.

Il quinto segnale è stato che da subito sul Covid è partita una propaganda universale e fenomenale, di terrorismo mediatico, di paura e di angoscia, di pericolo mortale. Nonostante di virus più mortali e pericolosi ce ne siano stati in giro nel mondo, senza che nessuno si sia strappato i capelli, abbia tolto libertà alla gente, dichiarato l’emergenza nazionale, chiuso fabbriche e aziende e la popolazione dentro casa per costringerla alla fame e alla separazione sociale. Il sesto è il problema dei vaccini, che è in corso. Anche qui caso strano sembra che neanche chi abbia superato il Covid possa farne a meno. Insomma, il Covid-19 sembra più unico che raro, eppure nonostante la serietà che non neghiamo, i numeri mondiali sulla mortalità e i contagi sono anni luce distanti da una pandemia tipo la Spagnola, che un secolo fa fece 70 milioni di morti su 2 miliardi di popolazione mondiale. Dunque, perché questa ossessione e questa compulsione sul vaccino?

Il settimo segnale è stato quello che in Europa, col Covid, Francia e Germania hanno iniziato ad espandere a go-go gli interessi con la Cina. E un mese fa l’asse franco-tedesco con Ursula von der Leyen, Italia esclusa dall’incontro, ha siglato un patto commerciale per oltre 650 miliardi di euro con la Cina. Fate voi. Dulcis in fundo, il segnale nostro. Insomma, il fatto che in Italia sia vietato di portare al voto i cittadini è chiaramente il modo per evitare che al governo si ritrovi un centrodestra poco sintonizzato sia con la Cina che con la Unione europea franco-tedesca. Mentre con la sinistra e coi grillini agli uni e agli altri è consentito di tutto e di più, dalla via della Seta alla compravendita delle infrastrutture strategiche, a quei pochi pezzi pezzi pregiati che restano. Cona la sinistra l’Italia è Porta Portese, per questo la impoveriscono per svenderla. Non solo la sinistra trasformerà l’Italia in outlet, ma consentirà lo scambio del Recovery con una mazzata fiscale preannunciata da Mario Monti, Paolo Gentiloni, Beppe Grillo, pezzi del Partito Democratico e di Leu (Liberi e Uguali). Parliamo di patrimoniale, risparmi, estimi catastali, altrimenti niente Recovery. Ecco perché non si vota e si dovrà subire ogni teatrino squallido, ogni maggioranza la più ipocrita, purché sia di sinistra.

Del resto, si vota col Covid ovunque e solo da noi è un pericolo, perché? Perché dove si vota non esiste il rischio di una destra vincente mentre da noi c’è, dunque meglio evitare. Tanto è vero che negli States dove Trump era dato per confermato, non potendo evitare il voto, hanno cominciato a massacrarlo un anno prima, pur di farlo perdere. Ecco perché diciamo che andrà peggio: ci porteranno al 2023 dopo averci spennato con patrimoniali in cambio dei soldi del Recovery, che la sinistra userà come strumento elettorale per consolidarsi e per dividere definitivamente il centrodestra, visto che Forza Italia – checché se ne dica– sta già sulla buona strada. Ci porteranno al voto nel 2023 quando tutti assieme – gli eredi di Palmiro Togliatti, grillini, ex centristi, forzisti, moderati, sempreverdi, renziani e così via – saranno certi di vincere, ma a quel punto dell’Italia resterà più la geografia che l’economia e della società che conosciamo.

A quel punto, non solo noi ma il mondo sarà cambiato, vaccinato, modificato, rielaborato, trasformato, docile, distanziato e sottomesso alla maniera Gran Reset. Sarà scacco matto dei pluto-cinesi comunisti e dei sostenitori, compreso un prete gesuita “filo comunista” capo della Chiesa. Sia come sia non molleremo, fossimo pure come quel famoso giapponese, come i vagabondi di Godot, come l’ufficiale Giovanni Drogo del “Deserto dei tartari”. Aspetteremo senza mollare, perché in fondo è l’unica cosa che vogliamo fare. Viva la libertà, la democrazia, il pensiero libero, abbasso la politica dell’opportunismo e dell’ipocrisia.

Aggiornato il 28 gennaio 2021 alle ore 10:39