Miracolo Capitale: ecco la funivia che “si smonta e si può rimontare”

Miracolo nella Capitale, nella zona nord-ovest della Città eterna. Qui è previsto uno dei cavalli di battaglia dei Cinque Stelle, ovvero la Funivia Battistini-Casalotti. Un’opera che, secondo Virginia Raggi, “qualora non dovesse più servire si smonta e si può rimontare da un’altra parte”. Come fosse la cucina dell’Ikea. Poesia in Movimento.

Basta poco, che ce vo’ recitava uno spot. L’uscita del sindaco grillino è apparsa in un commento sulla sua pagina Facebook e il blog “Odissea quotidiana” – da sempre attento al trasporto romano – ha fatto tanto di screenshot. Giusto per conservare il tutto a imperitura memoria, anche perché quelle parole, che hanno scatenato una bufera social, sono scomparse nel giro di un amen.

“Ma quale mezzo di transizione e ipotesi di smontaggio, ma si rende conto?” è stata l’osservazione di un utente, che giustamente ha evidenziato la portata della castroneria che ha rallegrato uno sbiadito pomeriggio di febbraio. E che, forse, ha distrutto l’euforia di Raggi nel giorno in cui la Giunta capitolina ha dato il via libera al progetto di fattibilità tecnico-economica della funivia Battistini-Casalotti, il cui tracciato di quasi quattro chilometri ha in serbo sette stazioni. Ossia i terminal di Battistini e Casalotti oltre cinque fermate intermedie: Acquafredda, Montespaccato, Torrevecchia, Campus e Collina delle Muse/Gra.

Euforia da campagna elettorale, narrazione in mano a narratori che ormai giocano le ultime carte e che le provano tutte. Anche con la funivia che “si smonta e si può rimontare”. Tipo i Lego. Mamma mia.

Aggiornato il 11 febbraio 2021 alle ore 14:49