Obbligo vaccinale: il sì di Mario Draghi

Obbligo vaccinale contro il Covid: questa la strada da percorrere, appena sarà dichiarato da Aifa (Agenzia italiana del farmaco) ed Ema (Agenzia europea per i medicinali) non più farmaco emergenziale ma ordinario. Inoltre, si sta andando avanti verso la terza dose. Mario Draghi, presidente del Consiglio, è stato chiaro. Inoltre, ha annunciato l’estensione del Green Pass, tenendo conto di una campagna vaccinale al 69 per cento e che mira a coprire l’80 per cento della popolazione entro la fine di settembre.

Come detto, su obbligatorietà del vaccino e terza dose Draghi ha risposto con “sì”: “Scatterà l’obbligo, quando verrà dichiarato da Ema e Aifa non più farmaco emergenziale, ma ordinario”. E ancora: “La campagna procede spedita, verso la fine di settembre sarà vaccinato l’80 per cento della popolazione, già oggi siamo al 70 per cento completamente vaccinato. Voglio esprimere solidarietà piena a tutti coloro che sono stati oggetto di violenza da parte dei no vax, una violenza particolarmente odiosa e vigliacca quando fatta nei confronti di chi fa formazione e di chi è in prima linea a combattere la pandemia”.

Draghi sul Green Pass

Il presidente del Consiglio, sul tema del Green Pass, ha chiarito: “L’applicazione del Green Pass mi pare stia andando bene. Sui trasporti ci saranno sempre dei casi di foto di mezzi pieni, ma in generale la preparazione è stata ben fatta”. E sull’estensione della certificazione verde ha precisato: “Ne stiamo discutendo con il ministro Roberto Speranza, l’orientamento è sì, andrà esteso, per decidere quali passi, quali settori, ci sarà una cabina di regia come per altro è stato chiesto dal senatore Matteo Salvini, ma sì l’orientamento è quello”. Tra le altre cose, il premier ha ricordato che la vaccinazione per il Covid è prevista per “tutti i migranti”.

La questione Afghanistan

“Dobbiamo aiutare gli afghani” ha spiegato Mario Draghi, che ha proseguito: “Il salvataggio degli afghani ha ancora una volta dimostrato la povertà dell’Ue per quel che riguarda la gestione dell’immigrazione, è un problema mondiale e l’Ue unita da tanti principi non riesce ad affrontarlo, questo è una spina nella stessa esistenza della Ue. Davanti a quella tragedia immane ci sono Paesi che hanno detto: non vogliamo rifugiati. Non so se ricordate. Ma come si fa?”.

Obbligo vaccinale e una scelta ad hoc

Draghi, come detto, ha risposto in maniera affermativa all’obbligo vaccinale. Secondo i giuristi, si potrebbe attuare in tempi comunque brevi con una legge specifica, ad hoc, sulla base dei dettami costituzionali. Un’idea – quella dell’obbligo – che mira a stoppare la diffusione del contagio e che, va detto, trova posizioni diverse anche tra gli esperti: una parte di questi pensa che sia più giusto l’obbligo per alcune categorie specifiche.

Amedeo Santosuosso, professore di Diritto, Scienza e Nuove tecnologie all’Università di Pavia, interpellato dall’Ansa, ha detto che l’idea dell’obbligo vaccinale è una strada “fattibile in tempi brevi attraverso una legge, che rispetterebbe tutti i crismi di costituzionalità”. A tal proposito, l’articolo 32 della Costituzione “prevede la possibilità di imporre un trattamento sanitario obbligatorio attraverso una legge determinando così un obbligo generale per i cittadini. Una legge di questo tipo sarebbe giustificata dai benefici documentati che il trattamento, in questo caso il vaccino, porterebbe alla comunità ed ai singoli”. Sui tempi ha indicato: “Questi dipendono dal Parlamento: in questo caso si tratta di una questione politica più che giuridica”. Ma “è comunque possibile, anche in mancanza di una legge nazionale, procedere a obblighi vaccinali specifici per singole categorie lavorative”.

Sull’obbligo “per settori” ha detto la sua Amerigo Cicchetti, direttore di Altems, l’Alta scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di Roma. L’obbligo, ha notato, è una “strada segnata, per l’Italia come per le altre Nazioni, al fine di bloccare l’epidemia: a mio parere è una strada percorribile senza particolari problemi giuridici ma ritengo che l’obbligatorietà vada prevista non per tutti ma per categorie precise, a partire dalla scuola e Università, la Pubblica Amministrazione a contatto col pubblico ed i trasporti”. Per gli altri “i rischi si possono ridurre ricorrendo al Green Pass e allo smart-working”.

Per Sergio Abrignani, immunologo e componente del Comitato tecnico-scientifico, l’obbligo è giusto ma risulterebbe più facile se indiretto: “Il miglior modo per contenere una pandemia è vaccinare tutti o quasi e per farlo serve una sorta di obbligo. Se è tecnicamente difficile fare un obbligo assoluto, ci si può arrivare con un obbligo indiretto, molto forte e sostanziale, ad esempio attraverso un Green Pass quasi totalizzante”.

Aggiornato il 03 settembre 2021 alle ore 13:17