Elezioni, centrodestra e l’esercito degli indecisi

Chi vince esulta, chi perde si giustifica. È una regola non scritta che però si ripete puntualmente al termine di ogni tornata elettorale. L’ultima in ordine di tempo ha consegnato al centrodestra il compito di aprire una riflessione che non deve restare solo una parola lasciata sul tavolo tanto per dire qualcosa. Nelle grandi città andrà al ballottaggio a Torino e a Roma – il centrosinistra nettamente favorito – mentre la consolazione è arrivata dalle Regionali in Calabria, con Roberto Occhiuto (Forza Italia). Resta il consenso a livello nazionale, ma sarà fondamentale trovare il grimaldello giusto per garantire la coesione, lasciando perdere i campanilismi di sorta.

Le elezioni nelle grandi città

A Milano, Giuseppe Sala si è confermato sindaco con il 57,73 per cento dei voti. Il candidato del centrodestra, Luca Bernardo, ha detto: “Sfido chiunque a ottenere un risultato migliore in 15 giorni di campagna elettorale”. E ancora: “Abbiamo lasciato il segno a Milano ma credo che il vero vincitore oggi sia uno solo: l’astensionismo”. È vero, in giro non c’è tutta questa voglia di voto ma la fetta degli indecisi, dati alla mano, non è stata intercettata. Un ragionamento, in tal senso, deve essere fatto. Non è che deve essere colpa sempre di qualcun altro, sennò significa essere ammalati di grillismo. E allora sono guai. Matteo Salvini, leader della Lega, ha detto: “Se la metà dei cittadini sceglie di non votare non è certo colpa loro, è solo colpa nostra. Dei nostri errori, litigi e ritardi: che mi serva e ci serva di lezione”.

A Roma, Enrico Michetti, osservato con occhio critico, come detto andrà al ballottaggio (dove i sondaggi danno vincente Roberto Gualtieri). La scelta del centrodestra di affidarsi ai candidati civici, pertanto, non ha dato i frutti sperati. A Torino, invece, il risultato del centrosinistra non era così atteso (anche qui l’astensione ha fatto valere il proprio peso). Secondo alcune proiezioni, le zone più periferiche – che in precedenza hanno rappresentato il tesoretto di voti per il centrodestra – hanno marcato visita ai seggi: sarà ballottaggio.

Ballottaggio anche a Trieste tra il candidato del centrodestra Roberto Di Piazza e quello di centrosinistra Francesco Russo, a Napoli si è imposto Gateano Manfredi (Partito Democratico, Movimento Cinque Stelle e altre forze di centrosinistra) e a Bologna successo di Matteo Lepore (centrosinistra).

Gli altri risultati

Il centrodestra vince al primo turno a Novara con Alessandro Canelli, a Pordenone con Alessandro Ciriani e a Grosseto, con il bis di Antonfrancesco Vivarelli Colonna. Il centrosinistra esulta a Rimini con Jamil Sadegholvaad, a Ravenna – in alleanza con M5S – con Michele De Pascale e a Salerno con Enzo Napoli.

Ballottaggi a Varese tra Davide Galimberti (centrosinistra insieme a M5S) e Matteo Bianchi del centrodestra, a Savona tra il candidato del centrosinistra Marco Russo e Angelo Schirru del centrodestra. A Latina, Vincenzo Zaccheo (centrodestra) è davanti al candidato di centrosinistra, Damiano Coletta. A Isernia il candidato di centrodestra (senza Fratelli d’Italia) Gabriele Melogli è in vantaggio (di poco) rispetto al candidato di centrosinistra (alleanza con il M5S) Pietro Castrataro. Invece a Caserta l’uscente Carlo Marino (centrosinistra) è in vantaggio sul candidato di centrodestra, Gianpiero Zinzi. Si andrà al secondo turno pure a Benevento: Clemente Mastella è in vantaggio sul candidato di centrosinistra, Luigi Perifano.

Gli elettori a casa

Ecco, quindi, che ad alzare la voce è stato il popolo degli indecisi. Tante chiacchiere sui social network, leoni da tastiera che invocano sicurezza e gridano al degrado, ma esercito di svogliati al momento di esprimere le proprie volontà grazie all’esercizio democratico del voto. Nessuno si schiera, nessuno si interessa. E via con il tango. Probabilmente, nel centrodestra ha pesato il fatto di non avere un leader certo e i candidati non sono stati capaci di attirare, con i contenuti e un messaggio chiaro, il limbo di chi non sapeva dove sbattere la testa. Come se non ci fosse stata la voglia di uscire dal proprio orticello, di allargarsi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti. E guai a nascondere la polvere sotto il tappeto.

Aggiornato il 05 ottobre 2021 alle ore 12:38