Michetti e Gualtieri: la ricerca dei voti di Raggi e Calenda

Un assalto alla diligenza? Può darsi. Enrico Michetti (centrodestra) e Roberto Gualtieri (centrosinistra), che al ballottaggio si contenderanno il ruolo di sindaco di Roma, dovranno gioco-forza fare i conti con i voti che al primo turno hanno ottenuto l’ex primo cittadino, Virginia Raggi (Movimento Cinque Stelle) e Carlo Calenda di Azione (arrivati rispettivamente quarta e terzo al termine del primo round della tornata elettorale).

La differenza di voti tra Michetti e Gualtieri è bassa (oltre 34mila): pertanto fa decisamente gola la somma del bacino di consensi (411.833) conquistati da Calenda e Raggi. Quest’ultima, intanto, ha dichiarato: “Ho invitato in Campidoglio Enrico Michetti e Roberto Gualtieri per fare il punto su questi dossier che ritengo tra i più importanti per la Capitale e per il futuro dei romani. Tra questi la candidatura di Roma a Expo 2030. Ho avviato un percorso che deve continuare ad ogni costo e che ha delle scadenze ravvicinate: a fine mese va presentato il dossier di candidatura. È un obiettivo da perseguire ed una occasione unica per l’Italia e per Roma. Siamo pronti per questa fondamentale occasione di crescita e sviluppo”. Carlo Calenda, di pari passo, ha annunciato: “Un leader politico non può predicare l’astensione, ne può tenere segreto il suo voto. Non faremo alleanze, non parteciperemo alla giunta e saremo all’opposizione. La mia valutazione sul Partito Democratico romano rimane la stessa, ma Michetti a fare il sindaco anche no. Per questo non posso che votare Roberto Gualtieri. Non lo avrei fatto senza la garanzia che non ci saranno i Cinque Stelle in giunta”.

L’ex premier M5S, Giuseppe Conte, nel singolar tenzone dialettico è entrato senza mezzi termini: “Calenda ha chiesto a Gualtieri di tenere fuori i Cinque Stelle da una eventuale giunta? Lui sta facendo un suo percorso politico autoreferenziale, e noi glielo facciamo fare tranquillamente: siamo orgogliosamente forti della nostra storia e della nostra tradizione, lui si affaccia adesso alla politica”. Inevitabile la replica – su Twitter – di Calenda: “Giuseppe Conte mi ha attaccato spiegando la sua magnifica storia di coerenza e serietà. Per essere chiari, considero Conte campione di qualunquismo e trasformismo. Non gli ho mai sentito fare un ragionamento interessante o affrontare una questione con competenza”.

La caccia dei voti

Al netto delle schermaglie di facciata, c’è il lavoro nelle retrovie. Gualtieri ha assicurato che con Carlo Calenda “ci stiamo sentendo, scambiando messaggi. Rispetto il suo lavoro. Mi farebbe piacere un suo sostegno, non mi sognerei mai di darlo per scontato ma sarebbe la cosa più naturale, su molti punti programmatici ci sono convergenze. Mi rivolgo a lui e alle persone che lo hanno votato con massimo rispetto”. Con una precisazione: “Confermo che non ci saranno i Cinque Stelle in giunta? L’ho detto e lo confermo, sono abituato a dire le stesse cose prima del primo e del secondo turno”. E poi: “Mi ha fatto piacere la telefonata della Raggi. Riconosco il suo impegno e la sua determinazione, le ho fatto i complimenti per il risultato elettorale. Le ho detto che legalità e contrasto alle mafie saranno il mio assillo quotidiano”.

E Michetti? “Ogni cittadino voterà secondo coscienza, è una partita dove i partiti avranno un ruolo ma dietro le quinte, ora usciranno i candidati con i loro programmi” sono state le sue parole. Poi la considerazione su Calenda: “Abbiamo un programma molto simile, che è quello del fare. Gli impianti per i rifiuti, una task force per il condono, usare chi prende il reddito di cittadinanza per lavori socialmente utili. Roma ha bisogno di un rilancio”. Non solo: “Noi rappresentiamo la novità, la gente già conosce i risultati ottenuti in questi anni da M5S e Pd. Noi vogliamo una città del fare, pulita e che crea lavoro”.

Chi vivrà, vedrà.

Aggiornato il 07 ottobre 2021 alle ore 12:01