Tante aspettative da questo nuovo Governo, a partire dalla sanità

La salute deve essere il cuore delle politiche di questo nuovo Governo. Dopo la pandemia avremmo dovuto percepire quanto il nostro Sistema sanitario nazionale pubblico, universalistico, equo, gratuito, rappresenta l’emblema della nostra democrazia e per questo va difeso va strenuamente. Questo Esecutivo è dunque investito di una grande responsabilità: quello di dare risposte alle cittadine e ai cittadini che lo hanno votato con così larga maggioranza e convinzione, che attendono di essere rappresentati, cercando risposte e cambiamenti, anche nel mondo sanitario. Fra i lavoratori, un mondo fatto di personale medico, infermieristico, oss (operatori socio-sanitari), del personale sulle ambulanze, del personale amministrativo delle Asl, del personale ospedaliero compreso quello delle pulizie e di quello che si occupa dei servizi, delle farmacie, dei bar, dei negozi, dei rappresentanti farmaceutici. Intorno alla sanità gira tanto, troppo, perché girano tanti soldi.

Ma andiamo agli attori principali, i pazienti. Siamo tutti noi, dal bambino all’anziano, al grande anziano polipatologico, fino al disabile gravissimo. La vita dei medici non è stata facile in questi ultimi anni, a causa della carenza numerica che via via va sempre più aggravandosi. Va restituita dignità al loro lavoro. Ciò significa adeguate coperture assicurative, maggiore attenzione per le continue aggressioni sul posto di lavoro e remunerazioni confacenti.

Riaprire le facoltà di Medicina e Chirurgia per chi vuole intraprendere questo percorso di studi, per avere nuovamente l’accesso alle nostre scuole del settore, da sempre fra le migliori al mondo. Il numero chiuso ha mortificato le scelte di tanti giovani, che nella speranza un giorno di tenere il bisturi in mano, nei test hanno dovuto trovarsi a rispondere anche a domande sui quadri del Duecento. Sarebbe più logico proporre uno sbarramento attraverso il rendimento dal secondo anno, come in Francia.

Impariamo a programmare. Se in Germania gli analizzatori osservano di avere oggi un decremento delle nascite e quindi un aumento dell’invecchiamento nel 2050, danno una spinta perché si specializzino un tot di ortopedici in più, prevedendo più rotture del femore.

@vanessaseffer

Aggiornato il 01 ottobre 2022 alle ore 09:17