Il ministro in ginocchio e i nostalgici della Repubblica delle Banane

Un ministro della Difesa che si inginocchia davanti al Milite Ignoto. Inusuale, certo. Ma va ammesso che è un bel gesto. Trasmette un senso di identità nazionale. Richiama un rispetto per la nostra storia che credevano perduto.

Eppure questo gesto suscita polemiche. Soprattutto da quelli/e che, all’opposto, erano sempre pronti, entusiasti e zelanti, ad inginocchiarsi per le più diverse cause. Alfieri della più vieta retorica radical chic. Del più ottuso, e stupido, armamentario politically correct.

Una polemica da quattro soldi. Che di per sé stessa qualifica, anzi bolla d’infamia, chi l’ha accesa. Non meriterebbe neppure di parlarne...

Tuttavia quello stesso ministro della Difesa, Guido Crosetto, sta venendo pesantemente attaccato sin dal momento della sua nomina, e per ben altri motivi del suo inginocchiarsi, deferente, davanti all’Altare della Patria.

Nella sua attività professionale – visto che non è mai stato un politico di mestiere – ha fatto parte di aziende e consigli di amministrazione di gruppi che forniscono tecnologia alle nostre Forze Armate e, in generale, alla Nato. Ruoli da cui sì è dimesso – insieme alla moglie – prima di assumere l’incarico ministeriale. Una buona prassi che da sempre è obbligo, giuridico e morale, in molti Paesi. Stati Uniti in testa. Ma che qui da noi non è mai stata obbligatoria. Anzi, ha ben di rado visto qualche politico farla propria.

Nessun conflitto di interessi, quindi. Né palese, né mascherato. Altrimenti il Presidente Mattarella avrebbe avuto buoni motivi per rigettate la nomina proposta da Giorgia Meloni. E Dio solo sa quanto volentieri lo avrebbe fatto...

Però questo ai censori occhiuti di certa stampa non basta. È tutto un fuoco di fila... Come? Un mercante d’armi alla Difesa? Orrore!

Questi signori fingono volutamente di dimenticare che il nostro Paese è un importante produttore ed esportatore di tecnologia militare di alto livello. E non da oggi. Non è certo Guido Crosetto che ha fatto questo per primo... E poi, scusatemi, da dove credete che venissero le armi che quel filantropo del presidente Draghi ha, generosamente, donato all’Ucraina? Dal sacco di Babbo Natale? Dalla coltivazione di mele in Val di Non? Venivano, e vengono dalle nostre industrie. Di eccellenza riconosciuta a livello mondiale. Basti pensare agli elicotteri della Agusta...

Perché mai, e sottolineo mai, si sono indignati in precedenza? Ipocrisia, forse? Convenienza?

Per altro Guido Crosetto si presenta come un politico sì, ma con le competenze di un tecnico. E sono anni, ormai, che sentiamo da questi stessi pulpiti e soloni tessere le lodi dei tecnici al governo. Senza mai porre domande scomode. Senza mai chiedere, per esempio, a Mario Draghi dei suoi rapporti con Goldman Sachs. Dove, se non erro, lavora ancora suo figlio. E non come usciere.

Forse la peggiore colpa di Crosetto è, per costoro, che abbia una certa esperienza e competenza in materia di difesa e forze armate. Intendiamoci, riconoscere questo non significa a priori condividere le opinioni politiche del nuovo ministro. Né sposare ciecamente i suoi indirizzi. Che, per altro, non mi sembra abbia avuto ancora il tempo di tracciare e chiarire...

Però, per una volta, alla Difesa abbiamo sì un politico, ma un politico che capisce qualcosa del settore che gli è stato affidato.

Ed è questo che lo rende tanto odiato. Questi alfieri della morale politica (a senso unico) vorrebbero o un totale inesperto, privo di storia professionale, uno che sino al giorno prima faceva il lavavetri agli incroci... oppure un militare. Un generale o un colonnello totalmente privo di visione politica. Insomma, roba da Repubblica delle Banane. Non da Italia. Che nonostante ciò che hanno fatto negli anni Draghi, Monti & c., resta pur sempre una media potenza di area. Fondamentale negli equilibri internazionali. E, soprattutto, per il controllo del Mediterraneo.

(*) Senior fellow del think tank Il Nodo di Gordio

Aggiornato il 02 novembre 2022 alle ore 15:58