A Michele Marino va l’augurio per l’elezione a presidente del Centro studi “Tina Anselmi” della Confael, la Confederazione autonoma europea dei lavoratori. È stato eletto, all’unanimità, in sede di assemblea e da tutti i componenti del Centro studi medesimo. Marino è stato dirigente della Presidenza del Consiglio dei ministri. La sua carriera istituzionale lo ha visto già funzionario di Gabinetto del ministro Rapporti con il Parlamento (a 34 anni), quando programmò i corsi sulle Tecniche legislative alla Sspa (Scuola superiore della Pubblica amministrazione) e partecipò alla Commissione interministeriale che decretò l’apertura del Palazzo alle visite guidate. E, nel maggio 1994, come cerimoniere ideò l’introduzione del picchetto d’onore a Palazzo Chigi, quindi divenne il più giovane “civil servant” con incarico di vicecapo di Gabinetto a fianco del vicepresidente vicario, onorevole Giuseppe Tatarella. Ha collaborato con cinque autorità governative in uffici di diretta collaborazione. Andando a ritroso nel tempo, in breve sintesi, Marino, dopo la laurea in Giurisprudenza, ha vinto il concorso al Ministero della Difesa come consigliere, fu comandato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, su richiesta del senatore Giovanni Spadolini, fondando già nel 1987 il Sindacato dei dirigenti e funzionari della Pcm. In questo ruolo ha partecipato attivamente sia alle consultazioni per la fase di I inquadramento del personale, sia in sede di contrattazione sindacale del comparto. Ma passiamo direttamente a domandare a Michele Marino alcune curiosità, stimolando spunti di riflessione del cui spessore, della cui onestà intellettuale nessuno può dubitare.

Il Centro studi intitolato a Tina Anselmi ci riporta alla mente quanto fu importante il ruolo delle donne nella politica e per la politica, più di quanto fosse stato importante il ruolo della politica per le donne. Anselmi, partigiana e politica della Democrazia cristiana, come tutti sanno, è stata la prima donna a capo di un ministero in Italia: ella ha dato molto, piuttosto che preso. È questo il giusto spirito della persona che opera all’interno delle istituzioni, di fronte ai cittadini? Fare in modo che le persone in carne e ossa possano percepire che chi le rappresenta si impegna a risolvere e riformare materie obsolete, lasciando politicamente un’eredità storica imperitura?

L’esempio di altissimo profilo morale e culturale che ci donano persone come lei, come Aldo Moro e attualmente il presidente Sergio Mattarella costituiscono dei veri capisaldi della nostra esistenza repubblicana; la loro specchiata opera e il loro pensiero, sapiente e saggio, sono inamovibili.

Il Segretario generale della Confael, Domenico Marrella, che salutiamo con stima, ha espresso entusiasmo del sindacato autonomo per la nuova presidenza Marino al Centro studi “Tina Anselmi”. Quali saranno i prossimi passi del Centro studi? Come si investirà sulla formazione dei giovani che si interfacciano al mondo dei concorsi pubblici e delle abilitazioni professionali, o sulla formazione di impiegati e funzionari della Pubblica amministrazione, al servizio della nostra nazione?

Il segretario Marrella, persona di grande passione e attaccamento ai valori costituzionali del lavoro, condivide con me l’esigenza di dare un adeguato contributo al miglioramento del sistema formativo, spesso oggetto di polemiche e anche inchieste su una gestione del denaro pubblico non sempre trasparente, affinché il sindacato possa riabilitarsi socialmente e qualificarsi nello scenario nazionale e comunitario come uno dei soggetti più responsabili, aggiornati e attivi in questa era di transizione informatica, ecologica e anche economica.

Che ruolo ha oggi il sindacato in generale e qual è in particolare il pacchetto di obiettivi urgenti da promuovere e realizzare nella Funzione pubblica?

Ritengo che il sindacato debba riappropriarsi di quella funzione di “cerniera” che la Costituzione gli attribuisce all’articolo 50, tanto più in considerazione della crisi generale che stanno attraversando i partiti politici italiani alla luce del pesante fenomeno dell’assenteismo o del voto di protesta, due aspetti entrambi negativi perché incoerenti e inadatti in un Paese evoluto come il nostro.

L’autorevolissimo nome dell’onorevole Tina Anselmi, compianta presidente della Commissione parlamentare d’indagine sulla P2, per il Centro studi da lei presieduto ricorda il grande impegno che la medesima ha incarnato nelle istituzioni, per il Paese reale, per le persone. Anselmi, come a tutti noto, era partigiana contro un regime autoritario che aveva privato l’Italia del pluralismo sindacale e delle libertà fondamentali dei lavoratori organizzati, sindacalista ella stessa. Ministra del Lavoro e della Previdenza sociale dal luglio 1976 al marzo 1978, è stata anche a capo del Ministero della Sanità dal 1978 al 1979. Oggi, con una realtà segnata dalla precarietà, dalla svalutazione dei diritti conquistati durante le stagioni che diedero vita allo Statuto dei diritti dei lavoratori, con un mondo del lavoro sempre più digitalizzato e in mutamento costante, con nuove forme di lavoro e “nuove povertà” non soltanto all’interno delle sacche di disoccupati ma anche fra quelle di occupati a progetto, a tempo determinato, a chiamata, Cococo, a tutele crescenti, come potrà esprimersi il ruolo di sinergico stimolo del Centro studi nei confronti dell’apparato Cnel – Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro?

Il fatto che ora è stato designato un economista di spessore come Renato Brunetta rappresenta un segnale, a mio avviso, molto positivo se non emblematico rispetto all’idea di programma riformatore che si prospetta per questo organo di rilievo costituzionale che nella precedente legislatura si intendeva, improvvidamente, sopprimere. Piuttosto, è da auspicarne un rilancio sia come organismo di “cervelli pensanti” al servizio del Governo e del Parlamento in materia economico-finanziaria e del lavoro, sia come osservatorio che funga da cerniera tra il mondo accademico, della ricerca e scolastico e il mercato del lavoro, pubblico e privato, al fine di contenere al massimo il fenomeno della cosiddetta fuga dei cervelli all’estero.

L’articolo 99 della Costituzione italiana sancisce, nei suoi tre commi, che il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro è composto, nei modi stabiliti dalla legge, di esperti e di rappresentanti delle categorie produttive, in misura che tenga conto della loro importanza numerica e qualitativa; che esso è organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni che gli sono attribuite dalla legge; che esso ha l’iniziativa legislativa e può contribuire all’elaborazione della legislazione economica e sociale secondo i principi ed entro i limiti stabiliti dalla legge. Come Centro studi della Confael, come pensate di collaborare con il Cnel per provare a ridare dignità al lavoro, per provare concretamente ad avviare una nuova stagione di riforme sostanziali sul lavoro nel Paese, per garantire una cultura lavorista del benessere?

Il Centro studi “Tina Anselmi” ha già elaborato alcuni progetti legislativi: il primo in tema di sicurezza sul lavoro, dato che è una vergogna nazionale, nonché una piaga insanabile, la perdita di vite umane nei più vari ambienti di lavoro all’interno e all’esterno delle strutture aziendali, edilizie o industriali; l’altro, riguarda la valorizzazione e la ridefinizione della qualifica di ispettore del lavoro, soprattutto con l’obiettivo dichiarato nel primo punto.

Aggiornato il 05 aprile 2023 alle ore 18:06