Venezia e la centralità della geopolitica per le giovani generazioni e la sostenibilità

Dopo le due prime fortunate edizioni tenutesi a Jesolo, il Festival Internazionale della Geopolitica europea, organizzato dal Comune di Venezia, dalla Città metropolitana e dalla rivista di affari internazionali “Atlantis”, con il sostegno della regione del Veneto, in collaborazione con il Circolo di Studi Diplomatici, l’ufficio italiano del Consiglio d’europa, Confindustria Veneto Est, Europe Direct, la rivista “Sconfinare” e “Vela Spa”, ha fatto il suo debutto a Venezia. Quest’anno l’obiettivo del festival è di proporre Venezia quale centro internazionale di riflessione sulle dinamiche geopolitiche. A tal proposito, questa edizione ospita anche uno specifico panel di approfondimento sul ruolo del capoluogo lagunare come Capitale mondiale della sostenibilità. Ai lavori della prima giornata ha partecipato anche il sindaco Luigi Brugnaro, che ha assistito alle conferenze che stanno animando l’Auditorium del museo M9 a Mestre, ribadendo: “La città è orgogliosa di ospitare un convegno importante come il Festival Internazionale della Geopolitica Europea, che durante questi tre giorni porterà le voci di molti ospiti”. Nel corso del suo intervento, il Sindaco Brugnaro ha dichiarato: “L’idea che ho per Venezia è che sia un luogo di cui l’Italia possa andare fiera, perché è una Città fatta da tante brave persone e che davvero offre possibilità ai giovani. Mi fa davvero piacere vederne tanti partecipare al Festival Internazionale della Geopolitica Europea, perché è poi sulle loro gambe che camminerà il futuro. Venezia ti fa vedere cosa siamo stati capaci di fare ai tempi della Serenissima ma anche cosa possiamo continuare a creare oggi con fiducia, sorriso e coraggio. Per questo dico ai giovani, fate le vostre esperienze all’estero, ma poi tornate qui. Il nostro territorio metropolitano è un luogo di opportunità”.

Il sindaco ha ricordato anche l’importanza di tutelare l’ambiente attraverso l’innovazione e il monitoraggio delle novità geopolitiche che provengono dalla nostra attualità. “Bisogna lavorare con sinergia in una logica comune e questo evento da una idea concreta del soft power, la forza della diplomazia per la crescita della nostra comunità. Venezia è il paese delle invenzioni e delle imprese e noi abbiamo commerciato con tutto il mondo conoscendo tantissime culture”, ha rilanciato il primo cittadino. Attraverso la comprensione dei fenomeni geopolitici, Venezia deve abbandonare l’idea della “città del turismo”, per inseguire una crescita armonica e sostenibile di ricerca e sapere. Proprio la componente del sapere e della conoscenza delle dinamiche globali dovrà scardinare il paradigma attuale, con la costruzione di un campus diffuso, che potrebbe svilupparsi in parte a Venezia, nelle aree di compenetrazione tra porto e città, in parte a Mestre, nella zona di via Torino, e a Porto Marghera, attorno alle aree del Parco Scientifico Vega. Fondamentale, in questo senso, sarà l’aumento dell’offerta formativa allineandola alla media virtuosa europea, per attrarre talenti da ogni angolo del mondo: la stima iniziale prevede un raddoppio della popolazione studentesca cittadina, che potrebbe passare, nell’arco di dieci anni, dalle attuali 31 mila unità a circa 60 mila. Un’occasione storica per aprire un nuovo ciclo, quello di un’economia fondata sulla conoscenza, identificando Venezia come una Città formidabile incubatrice del sapere e dell’analisi dei fenomeni politici, economici e diplomatici della nostra attualità.

 

Aggiornato il 12 maggio 2023 alle ore 15:53